Richard Tisserant
L’opera di Richard Tisserant colpisce per l’inquietudine silenziosa che emana da questa figura ibrida, a metà tra umano e bestiale. Sul corpo incerto e deformato, privo di braccia e terminante in tre dita massicce, si posa un volto segnato da un’angoscia struggente.
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Linee sottili tracciano l’immagine, mentre delicate pennellate grigie ne rafforzano il dramma. Lo sguardo, che riflette una tristezza indifesa, è distolto, come se questo essere cercasse di sfuggire alla propria realtà, incapace di trovare un appiglio nel mondo circostante.
La figura sembra una creatura di altri tempi e di nessun luogo, incarnazione di una fragilità che va oltre il mostruoso, che si fonde con l’umanità in un grido silenzioso. Nell’assenza di proporzioni e nella tensione degli occhi, si cela la condizione eterna dell’essere umano: la lotta contro i limiti del corpo e le sofferenze dell’anima, la resistenza di chi, pur segnato da deformità e disillusione, sembra cercare con infinita speranza un senso nel buio.



