Gino Fiorini

Nato a Livorno nel 1920 e scomparso nel 2005, Gino Fiorini appartiene alla tradizione pittorica post macchiaiola. La sua pittura, dai tratti semplici e dai colori chiari, onora la scuola livornese con una sensibilità classica e sincera, capace di restituire atmosfere quotidiane e paesaggi dal respiro limpido. Nel solco della lezione dei maestri toscani, tra cui Giovanni March, Fiorini mantiene viva una pittura di equilibrio e luce, radicata nel territorio e nella memoria della città.

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Mara Di Campli

Mara Di Campli ha una pittura figurativa raffinata, intrisa di ricerca e sensibilità narrativa. Livornese, classe 1957, ha iniziato da autodidatta per poi perfezionarsi alla Libera Accademia Trossi Uberti, costruendo negli anni un linguaggio visivo riconoscibile, centrato sull’isolamento del soggetto e su una tensione costante tra realtà e immaginazione.

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I suoi protagonisti – siano essi fiori, animali o figure umane – emergono da sfondi anonimi che ricordano carte da parati: ambienti mentali più che scenari reali, superfici lavorate con attenzione e rigore formale, che non raccontano ma amplificano. È proprio in questo contrasto tra presenza e assenza che si gioca la forza delle sue immagini. I soggetti, colti in pose inattese, talvolta ironiche, sembrano sospesi in un tempo privato, in un altrove che riguarda solo loro. L’artista li ritrae come se li avesse fermati con uno scatto fotografico, portando a fuoco un gesto, un’espressione, un dettaglio emotivo, mentre tutto il resto sfuma nella retorica dell’indistinto.

Le sue figure umane sono spesso individui qualunque, colti nella folla e staccati da ogni contesto. Non raccontano storie precise, ma evocano atmosfere interiori, stati d’animo, solitudini condivise. Guardandole, non possiamo fare a meno di cercare una sintonia, di immaginare chi siano, dove siano diretti, cosa stiano pensando. È un gioco sottile di intuizioni e proiezioni, in cui ognuno può trovare una propria chiave d’accesso.

Nel tempo, Di Campli ha affrontato il tema del ritratto con uno sguardo personale, preferendo corpi non convenzionali, volti segnati, sguardi obliqui, e con la modernità di un taglio fotografico. Non c’è estetismo nella sua pittura, ma una profonda empatia: l’attenzione va alla dignità nascosta, al gesto quotidiano, alla bellezza imperfetta e viva.

Premiata in diverse occasioni – tra cui il riconoscimento Fidapa al Premio Rotonda – Mara Di Campli continua a indagare la forza silenziosa delle figure che abitano il suo immaginario. Quelle che non chiedono di essere notate, ma che diventano, proprio per questo, protagoniste assolute.

Maria Teresa Majoli, luglio 2025

Paolo Paolini

Paolo Paolini è un pittore dell’anima, profondamente radicato nella tradizione figurativa livornese, ma capace di rinnovarla con una voce propria, delicata e autentica. Le sue opere si iscrivono nella scia dei Macchiaioli, ma ne smorzano il vigore con una sensibilità più intima, pacata, quasi meditativa. Non c’è enfasi nei suoi paesaggi, né retorica nei suoi mari d’inverno: solo un’emozione trattenuta, sottile, che affiora tra le pennellate leggere come una brezza salmastra.

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La tavolozza di Paolini è tenue, personale, priva di forzature. I suoi colori non gridano: sussurrano. Il verde acquamarina, il grigio perlaceo, l’azzurro che si insinua tra le nubi cariche di pioggia… sono toni che parlano di mare, di moli deserti, di quartieri popolari osservati con amore. Ma anche del vento umido che sferza il viso, del freddo che punge, della malinconia leggera che accompagna certe giornate livornesi,  mai tragica, piuttosto poetica, capace di consolare.

È una pittura immediata, costruita con poche pennellate essenziali, che restituisce l’atmosfera più che il dettaglio, la sensazione più che la descrizione. C’è un rispetto profondo per il vero, ma anche una volontà di superarlo, per restituirci uno sguardo che riesce ancora a trovare la bellezza nel quotidiano. Ogni opera sembra volerci proteggere dal rumore del mondo, offrendo rifugi silenziosi in cui la realtà si trasfigura in memoria, o in sogno.

Nei quadri di Paolini si sente il respiro di Livorno: non quello celebrativo da cartolina, ma quello più intimo, vissuto, con le sue atmosfere incerte e struggenti. Il suo è un linguaggio pittorico sobrio e sincero, che non cerca l’effetto ma la verità delle piccole cose, la luce di un istante. Come se ogni dipinto fosse una poesia visiva, capace di farci dimenticare, per un attimo, la durezza del vivere.

Maria Teresa Majoli, luglio 2025

Jean Francois Bouron

Jean Francois Bouron

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Originario della Corea, vive adesso a Parigi. Ha esposto negli ultimi anni a Parigi, Berlino, Londra, Abu Dhabi. Autodidatta, dipinge da sempre e l’arte è per lui un bisogno primario.  “Per me la pittura è un mezzo per sfuggire la realtà..” Lavora costantemente sulle tele alla ricerca di un’identità che dichiara di non aver ancora trovato. Al centro della sua attenzione è la figura umana che rappresenta con toni scuri e drammatici alla ricerca delle passioni e dei sentimenti più nascosti.

Soletti

Soletti vive a Bastia, in Corsica.  Il paesaggio, la luce e i colori di questa terra bellissima sono la spinta che muove la sua pittura. Influenzato dall’Ecole Provençale e in particolare da Jean-Baptiste Olive, espone le sue prime opere in Provenza, nel 1969.

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I molti viaggi e le molte esperienze arricchiscono la sua ricerca e affinano il suo intuito che coglie magistralmente immagini dalla bellezza struggente.

E’ una pittura di precisione, che esalta il dettaglio, racconta il particolare in modo minuzioso, puntuale. La luce è vivida e tagliente e l’inquadratura è fotografica. I tratti sono incredibilmente precisi e rigorosi, ma morbidi e leggeri.

Ne scaturisce un realismo caldo, fortemente evocativo. L’abbagliante chiarezza del paesaggio sfuma delicatamente nello splendore di una pittura lirica e vibrante.

Andrea Forgiarini

L’arte di Andrea Forgiarini rappresenta un’interpretazione inedita e raffinata della tecnica del pouring, trasformando ciò che solitamente si presenta come un’esplosione caotica di colori in una composizione controllata e intensamente espressiva. Sebbene la tecnica del pouring sia notoriamente associata al caso, dove la colata dei pigmenti porta a macchie imprevedibili e intrecci casuali, qui essa si manifesta sotto una forma più meditata e consapevole. L’artista sembra instaurare un dialogo con il colore stesso, guidandone il fluire con un’intenzione chiara e potente.

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Ciò che distingue queste opere è l’assenza del caratteristico caos tipico del pouring tradizionale. Non vi è traccia del movimento disordinato, né di colori che si mischiano in modo accidentale e creano impurità. Al contrario, nelle sue piccole tele ogni sfumatura appare guidata da un pensiero lucido che dona alle opere una logica interna e una coerenza quasi metafisica. Il risultato è una fluidità cromatica in cui profondità e rilievi si alternano per dare vita a paesaggi immaginari: valli di luce e oscurità, zone di ombra e di bagliori, che invitano a perdersi in mondi sospesi tra realtà e sogno.

L’iridescenza dei colori contribuisce a questa dimensione onirica, illuminando la superficie della tela come se fosse attraversata da un bagliore interno. Ogni colore, scelto e guidato con cura, sembra obbedire alla volontà dell’artista, dando vita a composizioni che, pur nella loro apparente spontaneità, rivelano una profonda struttura e una razionalità sottile. Le opere raggiungono così un equilibrio tra ordine e irrazionale, dove ogni elemento appare esattamente al posto giusto, come parte di un’armonia segreta.

Questo approccio al pouring risulta quindi unico e affascinante: attraverso la sua mano sicura e una visione limpida, l’artista riesce a creare opere che non sono mai meramente casuali, ma rappresentano la fusione perfetta tra controllo e libertà, tra volontà e abbandono, offrendo allo spettatore uno spazio visivo in cui immergersi e perdersi, seguendo le tracce luminose e le profondità che costellano ogni piccola tela.

Maria Teresa Majoli

Andrea Forgiarini è nato a Livorno nel 1995.

Dopo gli studi al liceo artistico di Pisa, ha iniziato il suo personale percorso nella pittura alla ricerca di una sua particolare linea.

Cristina Giammaria

Cristina Giammaria nasce a Roma in una famiglia dove l’arte è presenza quotidiana. Fin da bambina mostra una naturale inclinazione per il disegno, incoraggiata dai genitori, entrambi appassionati di espressione visiva. La frequentazione di mostre e manifestazioni artistiche, in Italia e all’estero, le offre l’occasione di conoscere ambienti creativi e di confrontarsi con linguaggi differenti, stimolando una ricerca personale sempre aperta alla sperimentazione.

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Nel corso del tempo si è avvicinata a diverse tecniche, dalla tempera al collage, dal fumetto all’acrilico, fino a scoprire nell’acquarello la forma espressiva più affine al suo sentire. L’esperienza in atelier con il pittore Pedro Cano segna infatti una tappa decisiva: la leggerezza, la trasparenza e la libertà del colore diluito diventano cifra distintiva del suo lavoro. Segue corsi con Lilia Bevilacqua e partecipa al laboratorio “Fatti di segni e di parole” dell’illustratrice Roberta Angeletti, approfondendo la relazione tra segno e racconto.

Parallelamente all’attività espositiva – tra collettive, personali ed estemporanee a Roma e dintorni – Cristina Giammaria coltiva una costante attenzione per la dimensione educativa. Collabora con associazioni di volontariato e con animatrici per l’infanzia, promuovendo laboratori e attività creative. Dal 2010 tiene corsi di acquarello per adulti e bambini presso l’associazione culturale “In.fatti arte”.

Dal 2012 al 2014 frequenta il corso di pittura acqua e olio del Prof. Luigi Bruno alla Scuola di Arti Ornamentali di Roma, affinando ulteriormente la propria tecnica. È socia dell’Associazione Romana Acquerellisti (ARA), della quale dal 2015 fa parte anche del Comitato Direttivo.

La sua pittura è un incontro tra leggerezza e profondità, tra gesto e intuizione. L’acquarello, nella sua trasparenza, diventa per lei linguaggio poetico e mezzo di dialogo con la realtà, tradotta in immagini delicate, vibranti e luminose.

Vincenzo Marino

Vincenzo Marino è nato a Napoli e vive a Genova, città nella quale è cresciuto e che oggi rappresenta il suo punto di riferimento creativo. Autodidatta, disegna e sperimenta con i colori fin da bambino, dando forma a un linguaggio espressivo personale e in continua evoluzione.

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Il suo stile affonda le radici nel mondo del fumetto e della cultura pop, ma si distingue per un taglio fortemente ironico e una spiccata capacità di osservazione della realtà. Le sue opere sono uno specchio spietato — e al tempo stesso giocoso — della società contemporanea, attraversate da un umorismo sottile che riesce a toccare temi profondi senza mai perdere leggerezza.

Con tratti netti e colori vivaci, Marino costruisce immagini accattivanti che colpiscono al primo sguardo, ma che sanno anche suggerire riflessioni più ampie. Il sarcasmo e l’ironia sono i suoi strumenti di lettura del presente, usati non per deridere, ma per svelare, smascherare, talvolta consolare. Il suo lavoro invita l’osservatore a guardare il mondo con occhi nuovi, attraverso il filtro di un sorriso che disinnesca e illumina.

Bianca Manis

Bianca Manis è una pittrice originaria di Sanremo che da molti anni vive a Livorno, una città che ha adottato come sua musa ispiratrice. 

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La sua arte è una celebrazione della bellezza naturale e della poesia che risplende nei paesaggi. La sua calda pittura figurativa si concentra sulla bellezza della natura, sulla poesia del paesaggio: marine vigorose e tramonti infuocati, cespugli fioriti e campi assolati.

Il suo tocco figurativo è caldo ed accogliente e cattura ogni dettaglio con una precisione mai fredda o distaccata.

Ciò che caratterizza l’arte di Bianca è la luce che permea ogni suo dipinto. Netta e pulita, essa crea un mondo in cui angoli romantici e dettagli suggestivi si fondono armoniosamente in una fresca atmosfera contemporanea.

Nelle sue opere più recenti, Bianca sposta l’attenzione sul paesaggio urbano.  Ci offre una visione contemporanea che si riflette sia nel taglio fotografico sia nella scelta delle situazioni.

Nei suoi quadri, Livorno prende vita: le piazze vivono con l’energia delle persone e il lungomare si anima con la quotidiana routine dei suoi abitanti. Il lavoro, la frenesia del mattino e l’irrinunciabile aperitivo diventano parte integrante delle sue opere, raccontando la bellezza nascosta nell’ordinario. I colori e le pennellate morbide e sfumate conferiscono alle sue opere un senso di caldo realismo, catturando la vita di una città in costante movimento.

Bianca Manis, attraverso la sua pittura figurativa, riesce a trasmettere non solo la bellezza della natura e dei luoghi che ama, ma anche l’anima di una comunità e delle sue persone. Il suo talento e la sua visione poetica fanno di ogni quadro un invito a riscoprire una bellezza che ancora ci circonda, colta sapientemente dagli occhi dell’artista.

Paul Kostabi

Paul Kostabi (Whittier, California, 1 ottobre 1962) è pittore, chitarrista e produttore discografico statunitense. Figlio di rifugiati estoni e fratello dell’artista Mark Kostabi, incarna lo spirito ribelle e creativo della scena newyorkese degli anni Ottanta.
Fondatore di gruppi come White Zombie e Psychotica, ha collaborato con Dee Dee Ramone, illustrato libri e creato copertine di dischi, intrecciando costantemente musica e arte visiva.

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La sua pittura riflette questa energia: diretta, istintiva, immediata nel linguaggio. Ama le immagini semplici e universali, capaci di comunicare senza filtri. I suoi ritratti e autoritratti, psicotici e ironici, trasmettono intensità e libertà espressiva, in un equilibrio tra gesto spontaneo e armonia compositiva.

Kostabi si colloca nella cultura post-Pop Art, reinterpretando lo stile dell’East Village e l’eredità di Basquiat con un tono personale e inconfondibile. I suoi colori, un tempo acidi e taglienti, si sono fatti oggi più morbidi e vibranti, ma restano sempre carichi di ritmo e di vita.
Dipinge su ogni tipo di supporto, con una pittura immediata e genuina, lontana da ogni perfezionismo, fedele all’idea di arte come esperienza vitale, condivisa e libera.