Massimo Zampedri

MASSIMO ZAMPEDRI (“Pingendi Artificem” ossia “Artigiano del Dipingere”)

(Genova 1965). Artista. Vive nell’ “Aion”. Lavora a Giano dell’Umbria.

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Esperto in urbanistica e gestione del processo edilizio. Ideologo della corrente artistica simbolista-soggettivista-ideista. Grazie ad una continua ricerca ed evoluzione creativa Zampedri ha reso le sue “carte artigianali” (carte riciclate incollate in strati sovrapposti che diventano supporti rigidi e materici) protagoniste di un processo artistico che, attraverso una tecnica mista molto originale e rigorosamente attenta alle proporzioni auree, diventano opere estremamente originali, auliche e poetiche, dove colori, materia, forme e simboli danno vita a pensieri ed impressioni. Così l’artista diventa “nobilissimo e maraviglioso inventore di cose fantastiche e bizzarre” che danno parola, aspetto e movimento ai propri sentimenti e che mai si fermano ma con fermento evolvono rendendo così visibile il suo “io” più intimo e personale.

 “Ogni mia opera è già dentro di me… io la vedo perfetta ma quello che riesco a tirar fuori quando dipingo è solo una piccola parte. E mai la migliore”.

Davide Giallombardo

Davide Giallombardo incentra la sua ricerca sulla natura umana, indagata con uno sguardo ravvicinato, diretto, a volte spietato. Le figure che popolano i suoi dipinti emergono dal buio con una presenza intensa: volti segnati, asimmetrici, attraversati da ombre profonde. Sono esseri sospesi tra il reale e l’archetipo, tra la fragilità del corpo e ciò che resta impresso nella memoria emotiva. L’artista ritrae l’uomo nel suo lato più crudo e autentico, catturandone i contrasti, la vulnerabilità, la forza che resiste nel tempo e nella quotidianità.

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Parallelamente alla sua produzione pittorica, da alcuni anni Giallombardo affianca un lavoro digitale che non altera la sua identità artistica. Cambia il mezzo, ma la sostanza rimane intatta: atmosfere oscure, luci soffuse, scenari che sembrano provenire da ricordi lontani o da luoghi immaginati. Le sue immagini digitali evocano una nostalgia antica e senza tempo, popolata da fanciulle eteree, cavalieri, castelli romantici, figure enigmatiche e ritratti conturbanti.

Che lavori con il colore e la materia o con gli strumenti dell’intelligenza artificiale, la poetica dell’artista non muta. Il suo tratto è riconoscibile per la capacità di orchestrare toni cupi e lampi di luce, ombre che inghiottono e bagliori che rivelano, creando ambienti emotivi profondi e complessi. L’opera di Giallombardo vibra di un mistero sottile, di una tensione narrativa e visiva che attraversa tDavide Giallombardo: pittura e digitale per esplorare la natura umana tra ombre, luci soffuse e visioni misteriose. Atmosfere intense e profonde.utto il suo percorso. Ed è proprio in questa coerenza poetica, capace di adattarsi ai linguaggi senza perdere forza, che si manifesta la sua cifra più autentica.

Giada Pasini

Giada Pasini ci apre le porte di un universo di colore e allegria, dove icone dei nostri tempi diventano protagonisti di opere dall’energia contagiosa.

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Creatrice dalla fantasia scoppiettante, porta sulle tele i protagonisti più amati della cultura pop, mettendoli in scena in luoghi e situazioni familiari, ma allo stesso tempo sorprendenti, trasformandoli in composizioni equilibrate, piacevoli e divertenti.
Ecco tutta la tribù Paperino in pose inaspettate, che scatenano la fantasia. Leggendarie auto degli anni passati, fumetti storici, miti dell’immaginario collettivo, popolano le sue storie, in cui il tempo sembra fermarsi, e che invitano al sorriso e all’ottimismo.
Si aprono finestre su mondi fantastici, dove la nostalgia si mescola alla modernità e l’umorismo è sempre presente.

Ciro D’Alessio

Ciro D’Alessio è un artista la cui pittura trasmette una luce e un’energia straordinarie, capace di catturare l’osservatore e trasportarlo in un mondo visivo vibrante e sensibile. Nato a Napoli nel 1977, dopo una formazione umanistica e filosofica, D’Alessio ha scelto la pittura come sua strada, inizialmente come autodidatta, per poi perfezionarsi sotto la guida di maestri rinomati della scena pittorica napoletana. La sua arte è un viaggio continuo, con mostre e collettive che lo hanno portato a esporre in tutto il mondo.

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Le opere di D’Alessio sono caratterizzate da massicce macchie di colore, le quali non sono semplicemente pennellate, ma veri e propri blocchi vibranti di energia che l’occhio deve ricomporre. Le sue tele, cariche di toni caldi mediterranei – rossi, azzurri e, soprattutto, il giallo di Napoli, che conferisce un’impronta unica e riconoscibile alle sue opere – evocano paesaggi che si rivelano lentamente nelle pieghe di grandi masse di colore applicate a spatola, con tratti larghi, profondi e corposi. Il termine “larghi” qui può essere inteso come “ampia gestualità”, che riflette la volontà dell’artista di esprimere un flusso emotivo liberatorio.

Queste opere non sono mai statiche; sono un invito a scoprire e a entrare in sintonia con la vitalità, la freschezza e la gioia di vivere che D’Alessio infonde in ogni pennellata. La sua arte ha una qualità immediata e diretta che rispecchia la sua sensibilità, creando un legame empatico con l’osservatore. L’energia dei colori e la libertà della gestualità della spatola sono in grado di restituire l’anima vivace e calorosa della Napoli che D’Alessio ama, una Napoli che si riflette nella sua pittura come una sensazione di calda umanità.

Il suo rapporto con la natura, da sempre un elemento centrale nella sua vita, è il cuore pulsante del suo lavoro. D’Alessio descrive la natura come una forma di libertà, come un’ispirazione costante che gli ha permesso di trasformare le vibrazioni del mondo naturale in colori. Per lui, ogni pennellata è un atto di libertà, un gesto che conserva una connessione intima e sensibile con il soggetto rappresentato. Non è la forma che interessa a D’Alessio, ma la sensazione che essa evoca, una sensazione che diventa il motore della sua arte.

In un’intervista, ha dichiarato: “La natura è sempre stata per me un elemento essenziale di vita. L’ho contemplata, ho provato a comprenderla, a interpretarla. Per me ‘natura’ significa libertà. Sono cresciuto ascoltando i suoi suoni fino a sentire l’esigenza di trasformare quelle vibrazioni in colori. Quando dipingo sento una sorta di connessione con ciò che sto rappresentando. Mi sento come la mia spatola: libero. Libero dalle forme, mai dalle sensazioni.”

Con il suo stile inconfondibile, Ciro D’Alessio continua a stupire e a emozionare, restituendo al pubblico un’arte che non solo si guarda, ma si sente. Una pittura che invita all’introspezione, alla contemplazione, ma soprattutto alla connessione profonda con il mondo e le emozioni che esso suscita.

Maria Teresa Majoli, marzo 2025

Millus

Millus

Livorno, 1925 – 1992


Il pittore livornese Millus, pseudonimo di Mario Illusi, appartiene alla vivace tradizione pittorica labronica, erede diretta dei post-macchiaioli. La sua produzione si concentra sui paesaggi della costa toscana, in particolare sul mare di Livorno, sul porto e sulle marine labroniche, colte nelle variazioni di luce e di atmosfera che tanto affascinavano gli artisti della sua terra.
Con una tavolozza intensa ma equilibrata, Millus interpreta la realtà con sguardo lirico e affettuoso, unendo all’immediatezza del colore una struttura solida e armoniosa della composizione.
Le sue opere restituiscono la poesia del quotidiano e l’identità di una città di mare, raccontata con sensibilità e rispetto. Pittore profondamente legato al suo territorio, Millus rimane una figura significativa nel panorama artistico toscano del Novecento, rappresentante autentico dello spirito labronico e della pittura di atmosfera e sentimento.

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Ermanno Catarsi

Ermanno Catarsi è un pittore livornese del novecento, la cui opera si inserisce nella tradizione figurativa della città. La sua pittura unisce attenzione al dettaglio e sensibilità poetica, raccontando scorci di vita quotidiana, paesaggi e nature morte con uno stile personale e riconoscibile. La luce, il colore e la composizione diventano strumenti per restituire emozioni e atmosfere che parlano della città e del territorio, con una poetica che coniuga classicità e modernità.

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Moreno Morelli

Moreno Morelli (Pisa, 1930 – 1989) si è dedicato alla pittura di paesaggi, nature morte e scene di vita quotidiana, con uno stile sintetico e concentrato sull’essenzialità della forma. Le sue opere privilegiano spesso una sola tonalità, soprattutto nelle varie sfumature dei grigi, conferendo profondità e atmosfera sospesa. Le figure, allungate e stilizzate, rivelano l’influenza delle correnti simboliste ed espressioniste, dando vita a una pittura poetica e intensa, che fonde realtà e suggestione emotiva.

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Giancarlo Landi

Giancarlo Landi (Livorno, 1943) si è formato presso l’Istituto d’Arte A. Passaglia di Lucca. La sua pittura figurativa celebra gli scorci e le marine della città natale, con uno sguardo attento alla luce, filo conduttore della sua opera. La sua pittura unisce poesia e carattere, restituendo la vitalità del paesaggio livornese con eleganza e sensibilità, nel solco della tradizione figurativa toscana.

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Giuseppe Cavallini

Giuseppe Cavallini

Livorno, 1916 – 2000

Nella tradizione labronica, la pittura di Giuseppe Cavallini si caratterizza per una pennellata viva e fresca, a briglia sciolta.

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Giuseppe Cavallini, nato a Livorno nel 1916, ha trascorso tutta la sua vita lavorando e vivendo in questa città. La sua carriera artistica inizia nel 1949 con la pubblicazione di alcune illustrazioni su un periodico d’informazione degli operai del cantiere navale di Livorno, dove lavora come operaio. Da questo ambiente Cavallini trae la sua prima ispirazione artistica e ottiene i primi riconoscimenti a livello nazionale.

Cavallini ha ricevuto numerosi premi tra cui il premio Modigliani nel 1956, il premio Seravezza nel 1959, il premio Città Marina di Ravenna e il premio Golfo del Sole di Follonica nel 1963, il Premio Casale di Monferrato nel 1965 e il premio “Paesaggio del Garda” nel 1966, oltre ad altri.

Ha partecipato a diverse mostre sia in Italia che all’estero, tra cui alla Galerie International des Musee de Beaux Arts, alla Galerie Temple des Art di Vienne (Lione) e alla Galerie Internationale di New York.

Molti critici, tra cui Guttuso, Treccani, Carrà, De Grada, Trombadori, Loffredo e Giovanni March, hanno elogiato le opere di Cavallini legate al realismo socialista e alla pittura figurativa in generale. Ha fatto parte di giurie qualificate e le sue opere sono presenti in importanti collezioni sia private che pubbliche. Nel 1975, Cavallini è stato nominato Accademico benemerito dall’Accademia Universale G.Marconi di Roma.

 

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Aldo Mazzi

Aldo Mazzi è nato a Livorno nel 1937. La sua pittura si inquadra nella tradizione macchiaiola e post-macchiaiola, interpretata con freschezza e misura. I suoi paesaggi, resi con pochi tratti essenziali, colpiscono per la delicatezza del colore e per l’intensità poetica che trasforma ogni scorcio in un momento di contemplazione. Attraverso un linguaggio sobrio e luminoso, Mazzi rinnova la lezione dei maestri livornesi, mantenendo viva una pittura di luce e sentimento che appartiene profondamente alla storia artistica della città.

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