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Giacomo Vaccaro

Giacomo Vaccaro (Sassetta, 1953) è un pittore profondamente legato alla tradizione figurativa toscana. Fin da giovanissimo mostra una naturale inclinazione per il disegno e il colore, che lo porterà a formarsi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Qui entra in contatto con il Maestro Pietro Annigoni, che gli trasmette una conoscenza diretta dei segreti della pittura classica, in particolare del ritratto.

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Stabilitosi poi a Livorno, Vaccaro incontra due figure decisive: Ferruccio Mataresi, suo vero punto di riferimento, e Giovanni March. Con loro approfondisce quella pittura solida, luminosa e istintiva che caratterizza la scuola labronica, proseguendo una tradizione che comprende nomi come Natali, Filippelli, Romiti, Lomi, Rontini e Michelozzi.
Livorno diventa per lui più di una città: un ambiente da cui assorbe carattere, ritmo e umanità, qualità che ritroviamo anche nella sua tavolozza.

Pittore rapido e sensibile nel dipingere dal vero, Vaccaro sa cogliere le variazioni della luce, le atmosfere che cambiano, gli scorci che vibrano di vita. I suoi paesaggi – come quelli presenti oggi in galleria – raccontano una Toscana intima e autentica, fatta di mare, venti leggeri, colline e silenzi, sempre con un equilibrio naturale tra osservazione e emozione.

La sua ricerca è stata arricchita da numerosi viaggi in Europa e nel Mediterraneo, che gli hanno ampliato lo sguardo senza mai allontanarlo dal senso di appartenenza alla pittura del suo territorio.
Oggi Vaccaro continua a vivere e lavorare a Livorno, portando avanti una visione pittorica fedele alla tradizione ma sempre vibrante di immediatezza.

Fulvio Gigli

Fulvio Gigli (Livorno, 1945 – 1998) è stato un artista capace di muoversi con naturalezza tra pittura e grafica, lasciando un segno significativo nel panorama labronico del secondo Novecento. Formatosi all’Istituto d’Arte di Lucca e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Gigli sviluppa un linguaggio personale che unisce rigore tecnico, sensibilità grafica e una forte propensione alla ricerca formale.

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Dal 1971 insegna a Lucca, ruolo che gli permette di trasmettere il suo sapere e di influenzare generazioni di giovani artisti. La sua produzione oscilla tra due poli: da una parte la pittura astratta, che nelle tele si espande in campiture dinamiche, gesti controllati e strutture cromatiche libere; dall’altra la grafica, dove il disegno si fa preciso, elegante, quasi musicale, e trova forma in opere come litografie, incisioni e studi dalla qualità impeccabile.

Sebbene appartenente alla tradizione labronica, Gigli la interpreta da una prospettiva autonoma, trasformando il linguaggio pittorico locale in un territorio di sperimentazione astratta, moderna e personale. La sua carriera, intensa e ricca di soddisfazioni, viene bruscamente interrotta nel 1998, nel pieno del suo successo artistico. La sua opera, tuttavia, continua a essere apprezzata per la forza, la sensibilità e la finezza tecnica che l’hanno sempre contraddistinta.

Giuseppe Cavallini

Giuseppe Cavallini

Livorno, 1916 – 2000

Nella tradizione labronica, la pittura di Giuseppe Cavallini si caratterizza per una pennellata viva e fresca, a briglia sciolta.

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Giuseppe Cavallini, nato a Livorno nel 1916, ha trascorso tutta la sua vita lavorando e vivendo in questa città. La sua carriera artistica inizia nel 1949 con la pubblicazione di alcune illustrazioni su un periodico d’informazione degli operai del cantiere navale di Livorno, dove lavora come operaio. Da questo ambiente Cavallini trae la sua prima ispirazione artistica e ottiene i primi riconoscimenti a livello nazionale.

Cavallini ha ricevuto numerosi premi tra cui il premio Modigliani nel 1956, il premio Seravezza nel 1959, il premio Città Marina di Ravenna e il premio Golfo del Sole di Follonica nel 1963, il Premio Casale di Monferrato nel 1965 e il premio “Paesaggio del Garda” nel 1966, oltre ad altri.

Ha partecipato a diverse mostre sia in Italia che all’estero, tra cui alla Galerie International des Musee de Beaux Arts, alla Galerie Temple des Art di Vienne (Lione) e alla Galerie Internationale di New York.

Molti critici, tra cui Guttuso, Treccani, Carrà, De Grada, Trombadori, Loffredo e Giovanni March, hanno elogiato le opere di Cavallini legate al realismo socialista e alla pittura figurativa in generale. Ha fatto parte di giurie qualificate e le sue opere sono presenti in importanti collezioni sia private che pubbliche. Nel 1975, Cavallini è stato nominato Accademico benemerito dall’Accademia Universale G.Marconi di Roma.

 

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