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Moreno Morelli

Moreno Morelli (Pisa, 1930 – 1989) si è dedicato alla pittura di paesaggi, nature morte e scene di vita quotidiana, con uno stile sintetico e concentrato sull’essenzialità della forma. Le sue opere privilegiano spesso una sola tonalità, soprattutto nelle varie sfumature dei grigi, conferendo profondità e atmosfera sospesa. Le figure, allungate e stilizzate, rivelano l’influenza delle correnti simboliste ed espressioniste, dando vita a una pittura poetica e intensa, che fonde realtà e suggestione emotiva.

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Giancarlo Landi

Giancarlo Landi (Livorno, 1943) si è formato presso l’Istituto d’Arte A. Passaglia di Lucca. La sua pittura figurativa celebra gli scorci e le marine della città natale, con uno sguardo attento alla luce, filo conduttore della sua opera. La sua pittura unisce poesia e carattere, restituendo la vitalità del paesaggio livornese con eleganza e sensibilità, nel solco della tradizione figurativa toscana.

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Gino Fiorini

Nato a Livorno nel 1920 e scomparso nel 2005, Gino Fiorini appartiene alla tradizione pittorica post macchiaiola. La sua pittura, dai tratti semplici e dai colori chiari, onora la scuola livornese con una sensibilità classica e sincera, capace di restituire atmosfere quotidiane e paesaggi dal respiro limpido. Nel solco della lezione dei maestri toscani, tra cui Giovanni March, Fiorini mantiene viva una pittura di equilibrio e luce, radicata nel territorio e nella memoria della città.

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Mara Di Campli

Mara Di Campli ha una pittura figurativa raffinata, intrisa di ricerca e sensibilità narrativa. Livornese, classe 1957, ha iniziato da autodidatta per poi perfezionarsi alla Libera Accademia Trossi Uberti, costruendo negli anni un linguaggio visivo riconoscibile, centrato sull’isolamento del soggetto e su una tensione costante tra realtà e immaginazione.

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I suoi protagonisti – siano essi fiori, animali o figure umane – emergono da sfondi anonimi che ricordano carte da parati: ambienti mentali più che scenari reali, superfici lavorate con attenzione e rigore formale, che non raccontano ma amplificano. È proprio in questo contrasto tra presenza e assenza che si gioca la forza delle sue immagini. I soggetti, colti in pose inattese, talvolta ironiche, sembrano sospesi in un tempo privato, in un altrove che riguarda solo loro. L’artista li ritrae come se li avesse fermati con uno scatto fotografico, portando a fuoco un gesto, un’espressione, un dettaglio emotivo, mentre tutto il resto sfuma nella retorica dell’indistinto.

Le sue figure umane sono spesso individui qualunque, colti nella folla e staccati da ogni contesto. Non raccontano storie precise, ma evocano atmosfere interiori, stati d’animo, solitudini condivise. Guardandole, non possiamo fare a meno di cercare una sintonia, di immaginare chi siano, dove siano diretti, cosa stiano pensando. È un gioco sottile di intuizioni e proiezioni, in cui ognuno può trovare una propria chiave d’accesso.

Nel tempo, Di Campli ha affrontato il tema del ritratto con uno sguardo personale, preferendo corpi non convenzionali, volti segnati, sguardi obliqui, e con la modernità di un taglio fotografico. Non c’è estetismo nella sua pittura, ma una profonda empatia: l’attenzione va alla dignità nascosta, al gesto quotidiano, alla bellezza imperfetta e viva.

Premiata in diverse occasioni – tra cui il riconoscimento Fidapa al Premio Rotonda – Mara Di Campli continua a indagare la forza silenziosa delle figure che abitano il suo immaginario. Quelle che non chiedono di essere notate, ma che diventano, proprio per questo, protagoniste assolute.

Maria Teresa Majoli, luglio 2025

Paolo Paolini

Paolo Paolini è un pittore dell’anima, profondamente radicato nella tradizione figurativa livornese, ma capace di rinnovarla con una voce propria, delicata e autentica. Le sue opere si iscrivono nella scia dei Macchiaioli, ma ne smorzano il vigore con una sensibilità più intima, pacata, quasi meditativa. Non c’è enfasi nei suoi paesaggi, né retorica nei suoi mari d’inverno: solo un’emozione trattenuta, sottile, che affiora tra le pennellate leggere come una brezza salmastra.

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La tavolozza di Paolini è tenue, personale, priva di forzature. I suoi colori non gridano: sussurrano. Il verde acquamarina, il grigio perlaceo, l’azzurro che si insinua tra le nubi cariche di pioggia… sono toni che parlano di mare, di moli deserti, di quartieri popolari osservati con amore. Ma anche del vento umido che sferza il viso, del freddo che punge, della malinconia leggera che accompagna certe giornate livornesi,  mai tragica, piuttosto poetica, capace di consolare.

È una pittura immediata, costruita con poche pennellate essenziali, che restituisce l’atmosfera più che il dettaglio, la sensazione più che la descrizione. C’è un rispetto profondo per il vero, ma anche una volontà di superarlo, per restituirci uno sguardo che riesce ancora a trovare la bellezza nel quotidiano. Ogni opera sembra volerci proteggere dal rumore del mondo, offrendo rifugi silenziosi in cui la realtà si trasfigura in memoria, o in sogno.

Nei quadri di Paolini si sente il respiro di Livorno: non quello celebrativo da cartolina, ma quello più intimo, vissuto, con le sue atmosfere incerte e struggenti. Il suo è un linguaggio pittorico sobrio e sincero, che non cerca l’effetto ma la verità delle piccole cose, la luce di un istante. Come se ogni dipinto fosse una poesia visiva, capace di farci dimenticare, per un attimo, la durezza del vivere.

Maria Teresa Majoli, luglio 2025

Bianca Manis

Bianca Manis è una pittrice originaria di Sanremo che da molti anni vive a Livorno, una città che ha adottato come sua musa ispiratrice. 

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La sua arte è una celebrazione della bellezza naturale e della poesia che risplende nei paesaggi. La sua calda pittura figurativa si concentra sulla bellezza della natura, sulla poesia del paesaggio: marine vigorose e tramonti infuocati, cespugli fioriti e campi assolati.

Il suo tocco figurativo è caldo ed accogliente e cattura ogni dettaglio con una precisione mai fredda o distaccata.

Ciò che caratterizza l’arte di Bianca è la luce che permea ogni suo dipinto. Netta e pulita, essa crea un mondo in cui angoli romantici e dettagli suggestivi si fondono armoniosamente in una fresca atmosfera contemporanea.

Nelle sue opere più recenti, Bianca sposta l’attenzione sul paesaggio urbano.  Ci offre una visione contemporanea che si riflette sia nel taglio fotografico sia nella scelta delle situazioni.

Nei suoi quadri, Livorno prende vita: le piazze vivono con l’energia delle persone e il lungomare si anima con la quotidiana routine dei suoi abitanti. Il lavoro, la frenesia del mattino e l’irrinunciabile aperitivo diventano parte integrante delle sue opere, raccontando la bellezza nascosta nell’ordinario. I colori e le pennellate morbide e sfumate conferiscono alle sue opere un senso di caldo realismo, catturando la vita di una città in costante movimento.

Bianca Manis, attraverso la sua pittura figurativa, riesce a trasmettere non solo la bellezza della natura e dei luoghi che ama, ma anche l’anima di una comunità e delle sue persone. Il suo talento e la sua visione poetica fanno di ogni quadro un invito a riscoprire una bellezza che ancora ci circonda, colta sapientemente dagli occhi dell’artista.

Claudia Cerrai

Claudia Cerrai nasce a Livorno nel 1947 e percorre una doppia strada tra scienza e arte: da un lato, una lunga carriera come insegnante di matematica; dall’altro, una passione profonda per la pittura, culminata nella laurea all’Accademia di Belle Arti di Carrara e nella recente dedizione alla scultura.

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La sua pittura si distingue per una costruzione impeccabile, un uso sapiente del colore e una sensibilità raffinata. Nei suoi nudi, l’armonia delle forme e dei volumi emerge con straordinaria naturalezza, modellata attraverso tonalità delicate e precise.

Le nature morte e i paesaggi marini, invece, evocano un’eleganza senza tempo: luci e sfondi perfettamente calibrati restituiscono atmosfere sospese, mentre il mare, nelle sue opere, riflette la dolcezza delle marine toscane, anche nei toni più pacati dell’inverno.

Maurizio Barraco

Maurizio Barraco

Le donne di Maurizio Barraco non appartengono al regno della seduzione. Non c’è lussuria nei loro corpi nudi, non c’è compiacimento nello sguardo di chi le dipinge. Sono presenze sospese, colte nel fragile equilibrio tra il bisogno e la resa, tra la consapevolezza del proprio corpo e l’impossibilità di farne davvero casa. Nella pittura di Barraco la nudità non è scelta, ma condizione: un destino che si impone, una pelle che diventa prigione e testimonianza insieme.

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I suoi corpi sembrano respirare un dolore antico, un lutto silenzioso per la propria innocenza perduta. Sono donne che si devono concedere, che si offrono per necessità o per sopravvivenza, ma che dentro quella resa conservano ancora la dignità di un’anima vigile. Non cercano lo sguardo dell’altro: lo subiscono. E proprio in questo sguardo subito, accettato come una fatalità, si concentra tutta la loro tragedia.

Barraco lavora con un linguaggio diretto, sincero, senza abbellimenti. La sua pittura è asciutta, quasi crudele nella verità che racconta, ma attraversata da una sottile pietà. Ogni volto, ogni posa è un frammento di racconto: una storia di costrizione, di vulnerabilità, di consapevolezza senza riscatto. Le sue donne non sono eroine, ma testimoni di un destino comune, simboli di una femminilità ferita che non rinuncia alla propria presenza.

Maurizio Barraco è nato a Palermo, dove si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti. Espone in Italia e all’estero dal 1992. Si dedica anche all’illustrazione e ha realizzato, tra le altre, quelle per il libro di poesie MARE’CAGE – Ovvero la palude dei sensi di Alex Triglias e Maurizio Barraco.
La sua pittura continua a interrogare lo spettatore, restituendo alla figura femminile la complessità, la fragilità e la verità che spesso lo sguardo maschile dimentica.

Gloria Geraci

Gloria Geraci vive e lavora a Livorno, città che pulsa di storia e tradizione artistica. La sua pittura figurativa nasce da una sensibilità profonda e da un raffinato equilibrio tra tecnica e poetica, capace di restituire la magia dei dettagli più minuti.

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Le sue opere spaziano dalle marine, evocative e tranquille, alle nature morte, dove ogni elemento racconta una storia di luce e armonia. I paesaggi toscani che rappresenta riflettono la dolcezza delle colline, i cieli mutevoli e la quiete della campagna, trasportando chi osserva in un mondo sospeso tra serenità e meraviglia.

Con Gloria Geraci, la tela diventa un dialogo intimo tra l’artista e lo spettatore: ogni pennellata rivela emozioni sincere e un amore profondo per la natura e per il colore, trasformando ogni quadro in un piccolo universo di poesia e bellezza.

Luca Ceccanti

Luca Ceccanti vive in Toscana.

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E’ un artista versatile e poliedrico, che si dedica alla pittura figurativa. La sua passione lo porta a dipingere dal vivo scorci della nostra Toscana. In particolare, le opere che abbiamo in galleria sono scorci di Livorno, città che rappresenta per lui una grande fonte d’ispirazione. La sua tecnica preferita è quella di dipingere di getto, riportando sulla tela in maniera immediata le impressioni vive dei colori e delle luci. I dettagli lasciano il posto alla composizione d’insieme, per un risultato vivace e dinamico. E’ una pittura che  gli consente di catturare l’essenza del paesaggio e di trasmettere l’emozione del momento sulla tela.

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