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Andrea Borella

Nato a Livorno nel 1946, Andrea Borella è una figura di spicco nell’ambito degli artisti labronici, inserito nella tradizione artistica locale. La sua sensibilità artistica lo ha guidato attraverso un viaggio pittorico che abbraccia e rappresenta in modo unico la poesia e la bellezza dei nostri paesaggi.

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La vocazione di Andrea Borella è essenzialmente paesaggista  e si nutre di colori vivaci e positivi. La sua tavolozza cromatica, vivace e vibrante, si svela come uno strumento chiave nel suo arsenale artistico. Con raffinata abilità, l’artista maneggia i colori, creando composizioni che esplorano la luce, le ombre e le sfumature con una nota di modernità che infonde nuova vita alla tradizione.  Questa fusione di tradizione e innovazione si riflette nella sua pittura, che incarna una moderna cromia applicata con una tecnica consumata. I suoi dipinti svelano una profonda connessione con la natura, ma anche una sottile sperimentazione che crea un ponte tra il passato e il presente.

Le sue opere sono state esposte, oltre che in Italia, in Francia, Germania, Ungheria, Svizzera, Malesia, Cecoslovacchia, Montecarlo, e in GIappone, dove ha allestito almeno in una ventina di mostre personali

Franco Biondi

Franco Biondi (Livorno, 1932 – 1987) è stato un pittore figurativo appartenente alla tradizione livornese post-macchiaiola. La sua pittura unisce la sensibilità per la luce e il colore tipica della scuola labronica con un’attenzione al dettaglio e alla composizione.

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Oltre alle nature morte, spesso cariche di simbolismo e di atmosfere intime, Biondi ha dipinto mari poetici, paesaggi e soggetti classici, reinterpretando con delicatezza e originalità i temi della tradizione. Le sue opere mostrano un equilibrio tra osservazione realistica e un senso poetico della realtà, capace di evocare emozioni silenziose e suggestioni naturali.

Le nature morte di Biondi, come quella con tre uccellini, cartucce rosse e gialle e foglie di castagna, raccontano stagioni, rituali e la vita quotidiana con una sensibilità pittorica che va oltre il mero dettaglio, trasformando oggetti e animali in protagonisti di una piccola narrazione visiva.

Ermanno Catarsi

Ermanno Catarsi è un pittore livornese del novecento, la cui opera si inserisce nella tradizione figurativa della città. La sua pittura unisce attenzione al dettaglio e sensibilità poetica, raccontando scorci di vita quotidiana, paesaggi e nature morte con uno stile personale e riconoscibile. La luce, il colore e la composizione diventano strumenti per restituire emozioni e atmosfere che parlano della città e del territorio, con una poetica che coniuga classicità e modernità.

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Moreno Morelli

Moreno Morelli (Pisa, 1930 – 1989) si è dedicato alla pittura di paesaggi, nature morte e scene di vita quotidiana, con uno stile sintetico e concentrato sull’essenzialità della forma. Le sue opere privilegiano spesso una sola tonalità, soprattutto nelle varie sfumature dei grigi, conferendo profondità e atmosfera sospesa. Le figure, allungate e stilizzate, rivelano l’influenza delle correnti simboliste ed espressioniste, dando vita a una pittura poetica e intensa, che fonde realtà e suggestione emotiva.

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Paolo Paolini

Paolo Paolini è un pittore dell’anima, profondamente radicato nella tradizione figurativa livornese, ma capace di rinnovarla con una voce propria, delicata e autentica. Le sue opere si iscrivono nella scia dei Macchiaioli, ma ne smorzano il vigore con una sensibilità più intima, pacata, quasi meditativa. Non c’è enfasi nei suoi paesaggi, né retorica nei suoi mari d’inverno: solo un’emozione trattenuta, sottile, che affiora tra le pennellate leggere come una brezza salmastra.

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La tavolozza di Paolini è tenue, personale, priva di forzature. I suoi colori non gridano: sussurrano. Il verde acquamarina, il grigio perlaceo, l’azzurro che si insinua tra le nubi cariche di pioggia… sono toni che parlano di mare, di moli deserti, di quartieri popolari osservati con amore. Ma anche del vento umido che sferza il viso, del freddo che punge, della malinconia leggera che accompagna certe giornate livornesi,  mai tragica, piuttosto poetica, capace di consolare.

È una pittura immediata, costruita con poche pennellate essenziali, che restituisce l’atmosfera più che il dettaglio, la sensazione più che la descrizione. C’è un rispetto profondo per il vero, ma anche una volontà di superarlo, per restituirci uno sguardo che riesce ancora a trovare la bellezza nel quotidiano. Ogni opera sembra volerci proteggere dal rumore del mondo, offrendo rifugi silenziosi in cui la realtà si trasfigura in memoria, o in sogno.

Nei quadri di Paolini si sente il respiro di Livorno: non quello celebrativo da cartolina, ma quello più intimo, vissuto, con le sue atmosfere incerte e struggenti. Il suo è un linguaggio pittorico sobrio e sincero, che non cerca l’effetto ma la verità delle piccole cose, la luce di un istante. Come se ogni dipinto fosse una poesia visiva, capace di farci dimenticare, per un attimo, la durezza del vivere.

Maria Teresa Majoli, luglio 2025

Bianca Manis

Bianca Manis è una pittrice originaria di Sanremo che da molti anni vive a Livorno, una città che ha adottato come sua musa ispiratrice. 

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La sua arte è una celebrazione della bellezza naturale e della poesia che risplende nei paesaggi. La sua calda pittura figurativa si concentra sulla bellezza della natura, sulla poesia del paesaggio: marine vigorose e tramonti infuocati, cespugli fioriti e campi assolati.

Il suo tocco figurativo è caldo ed accogliente e cattura ogni dettaglio con una precisione mai fredda o distaccata.

Ciò che caratterizza l’arte di Bianca è la luce che permea ogni suo dipinto. Netta e pulita, essa crea un mondo in cui angoli romantici e dettagli suggestivi si fondono armoniosamente in una fresca atmosfera contemporanea.

Nelle sue opere più recenti, Bianca sposta l’attenzione sul paesaggio urbano.  Ci offre una visione contemporanea che si riflette sia nel taglio fotografico sia nella scelta delle situazioni.

Nei suoi quadri, Livorno prende vita: le piazze vivono con l’energia delle persone e il lungomare si anima con la quotidiana routine dei suoi abitanti. Il lavoro, la frenesia del mattino e l’irrinunciabile aperitivo diventano parte integrante delle sue opere, raccontando la bellezza nascosta nell’ordinario. I colori e le pennellate morbide e sfumate conferiscono alle sue opere un senso di caldo realismo, catturando la vita di una città in costante movimento.

Bianca Manis, attraverso la sua pittura figurativa, riesce a trasmettere non solo la bellezza della natura e dei luoghi che ama, ma anche l’anima di una comunità e delle sue persone. Il suo talento e la sua visione poetica fanno di ogni quadro un invito a riscoprire una bellezza che ancora ci circonda, colta sapientemente dagli occhi dell’artista.

Federico Cresci

Federico Cresci (Livorno, 1941 – 2022) è stato un pittore dalla profonda sensibilità, capace di trasformare la realtà quotidiana in visione poetica.

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La sua pittura figurativa, caratterizzata da una tavolozza limpida e da un tratto morbido e misurato, si muove tra paesaggi e nature morte, fiori e marine, scogliere e oggetti sospesi in atmosfere intime e silenziose.
Cresci ha saputo restituire alla pittura la dimensione del sogno, lasciando affiorare dietro ogni composizione un mondo interiore fatto di ricordi, desideri e contemplazione. Le sue nature morte non sono semplici studi di forma e luce, ma veri racconti visivi in cui il tempo sembra fermarsi, mentre i paesaggi e i soggetti onirici suggeriscono un significato nascosto, un dialogo segreto tra realtà e immaginazione.
La sua opera, sospesa tra tradizione e lirismo personale, continua a emozionare per la capacità di evocare, con pochi elementi essenziali, la poesia delle cose semplici e l’incanto del quotidiano trasfigurato.

Valeria Luschi

La pittura di Valeria Luschi si distingue per la sua calda luminosità e per la limpidezza dello sguardo con cui interpreta la realtà. Nei suoi dipinti, figurativi e immediatamente accoglienti, l’artista racconta paesaggi, scorci urbani, momenti familiari e scene di vita quotidiana con una sensibilità che unisce tradizione e contemporaneità. La sua è una visione serena e partecipe, capace di restituire emozioni semplici e profonde, legate al ritmo naturale delle cose e alla luce che le attraversa.

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Ogni opera nasce da un’osservazione attenta e affettuosa del mondo circostante: un angolo della città, un giardino, una stanza domestica diventano pretesti per esplorare il rapporto tra colore, spazio e tempo. Luschi costruisce le sue composizioni con equilibrio e misura, affidandosi a una tavolozza chiara e armoniosa che trasmette leggerezza e quiete.

Nelle sue tele, il quotidiano si trasforma in una pausa poetica, in un invito a riscoprire la bellezza delle piccole cose. L’artista riesce a dare voce alla semplicità, mostrando come anche i gesti più ordinari possano contenere un senso di pace e di gratitudine. Il risultato è una pittura che parla di vita vissuta con autenticità, capace di riconciliare chi guarda con il proprio presente.

Con il suo linguaggio figurativo, caldo e luminoso, Valeria Luschi ci conduce in uno spazio di armonia e contemplazione, dove la pittura diventa esperienza interiore e dialogo silenzioso con la realtà.

Riccardo Chirici

Riccardo Chirici ha iniziato a dipingere da autodidatta e nel ’75 si è iscritto alla scuola Trossi-Uberti diretta da Voltolino Fontani e poi Marc Sardelli. Ha frequentato i corsi di incisione col pittore livornese Walter Cecchi.

Dopo qualche anno  di studi presso la facoltà di scienze biologiche di Pisa, ha deciso di dedicarsi completamente alla pittura e nel 1991 si è diplomato presso l’ Accademia di belle arti di Firenze col prof. Gianfranco Notargiacomo.

In quarant’anni di ininterrotto lavoro ha esposto in molte mostre collettive e personali in Italia e all’estero.

La pittura, così bella, di Riccardo Chirici evoca le magie della natura in tutte le sue forme. Il paesaggio naturale e il paesaggio antropico offrono scenari che un occhio sapiente sa trasformare in lirica pittura. Le vibrazioni dell’acqua,  i ruscelli incantati, i verdi profondi che accolgono oscurità segrete, i fiori dai colori accesi che invadono campagne assolate, divengono poesia nelle atmosfere soffuse e soffici di una pittura morbida e pastosa.

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Le opere di Riccardo Chirici sono pervase da una sottile simbiosi tra profumi, colori e suoni, che si fondono insieme in una vellutata unità. Le sensazioni evocate dalle opere si corrispondono tra loro, creando un mondo in cui i colori si trasformano in suoni e in profumi. Questa interconnessione segreta, queste corrispondenze sottili, sono la chiave di volta che rende le opere del pittore così evocative e suggestive. Un invito a esplorare questi territori segreti dell’anima umana, dove i confini tra le varie sensazioni si dissolvono e si fondono in una sorta di unità mistica.

L’influenza macchiaiola lo rende libero nel dipingere con freschezza verista una realtà rappresentata da macchie di colore e dal chiaroscuro. Colta en plein air da tocchi veloci, la sua pittura esalta la mutabilità della luce che scandisce forme e colori. Sebbene rappresenti il vero, non si sofferma sui particolari e non si preoccupa di rappresentare i dettagli. Al contrario, la sua pittura è verista nella misura in cui cattura lo spirito della realtà, focalizzandosi sulla magia delle luci e delle ombre. L’artista non cerca di riprodurla, ma piuttosto di catturarne l’essenza, trasmettendo un senso di incanto e suggestione. Le opere invitano lo spettatore a immergersi in un mondo di sensazioni e di emozioni, dove i dettagli lasciano il posto alla magia dell’atmosfera. La sua pittura, in questo senso, è una sorta di invito a guardare il mondo con occhi diversi, a scoprire la bellezza nascosta tra le pieghe dell’ordinario, a cogliere la poesia dell’esistenza in ogni suo momento.

Maria Teresa Majoli

Mario Gavazzi

Mario Gavazzi è nato in Lombardia e vive da sempre a Livorno, città alla quale ha dedicato gran parte della sua produzione artistica.

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La sua pittura si declina in diverse direzioni: paesaggi, nature morte, figure femminili e opere astratte, tutte però unite da un filo conduttore che le rende riconoscibili e distintive. La sua ricerca artistica si concentra nel creare un gioco sottile e raffinato tra il colore e le forme, che non sempre si svelano immediatamente allo spettatore. È un invito alla scoperta, un viaggio nell’ambiguità visiva di ciò che è rappresentato e di ciò che, pur non essendo direttamente raffigurato, emerge quasi magicamente alla percezione.

Al centro della sua opera vi è una profonda indagine sulla psicologia della forma, accompagnata da un utilizzo magistrale delle linee di frattura, quei segni scuri che solcano la superficie pittorica. Questi tracciati, simili a fenditure, dividono e al tempo stesso rivelano, guidando lo sguardo in un percorso visivo che conduce alla scoperta di luoghi fantastici, fiori enigmatici e figure femminili dal fascino seducente. Come un mosaico che si ricompone, ogni frammento trova il suo posto, rivelando, poco a poco, l’immagine finale.

Il colore, chiaro, luminoso e vibrante, è il vero protagonista: conferisce energia, positività e una gioiosa vitalità a ogni composizione. È proprio attraverso questa esplosione cromatica che l’opera si arricchisce di significati e sensazioni, permettendo allo spettatore di cogliere “il tutto” che si rivela ben più della semplice somma delle sue parti.

Maria Teresa Majoli, settembre 2024

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