Maurizio Pupilli
La ricerca di Maurizio Pupilli si fonda su una personale interpretazione del puntinismo, inteso non come mera tecnica, ma come pratica lenta e meditativa. Ogni punto è un respiro, un frammento di luce che, insieme agli altri, costruisce una vibrazione cromatica. La superficie del quadro diventa così un campo vivo, attraversato da minimi scarti di tono e da infiniti passaggi che generano l’immagine.
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Il suo linguaggio si è progressivamente distaccato dalla figurazione tradizionale per approdare a una dimensione essenziale e rarefatta. Le forme non sono descritte, ma suggerite: appaiono come presenze che emergono dal ritmo dei punti, dal dialogo continuo tra pieni e vuoti, tra densità e trasparenze. È un processo che non impone, ma lascia affiorare.
La pittura di Pupilli nasce da tempi lunghi, da gesti pazienti e costanti. Non c’è improvvisazione, ma un fluire controllato che trasmette un senso di armonia interiore. Ogni opera diventa esperienza di contemplazione, uno spazio dove la luce non solo illumina, ma costruisce e trasfigura.
In questa pratica rigorosa e al tempo stesso poetica, la natura è presenza costante: rami, radici, intrecci vegetali non sono semplici soggetti, ma pretesti per esplorare la relazione fra visibile e invisibile, fra forma e dissolvenza. È una pittura che ci invita a rallentare, a guardare davvero, a cogliere la vita sottile che vibra in ogni frammento di colore.




