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Rosanna Costa

Rosanna Costa, nata a Pontedera, è figlia d’arte: la sua prima formazione avviene in famiglia, per poi proseguire con corsi presso l’Accademia Trossi Uberti di Livorno. La sua pittura figurativa e realista è caratterizzata da un calore immediato, fatto di sfumature morbide e una cura minuziosa dei dettagli che non scivola mai nel freddo fotografico.

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I suoi mari sono carezzevoli e teneri, capaci di restituire atmosfere luminose e intime. Paesaggi, nature morte e piccoli animali — come i suoi celeberrimi gattini — diventano occasioni poetiche, immagini che invitano lo spettatore a partecipare all’emozione del momento, a sentire sulla pelle ciò che l’artista ha visto e vissuto.

Accanto alla pittura, Rosanna Costa si dedica con successo anche all’incisione, approfondendo un linguaggio espressivo raffinato e sempre riconoscibile.

Ermanno Catarsi

Ermanno Catarsi è un pittore livornese del novecento, la cui opera si inserisce nella tradizione figurativa della città. La sua pittura unisce attenzione al dettaglio e sensibilità poetica, raccontando scorci di vita quotidiana, paesaggi e nature morte con uno stile personale e riconoscibile. La luce, il colore e la composizione diventano strumenti per restituire emozioni e atmosfere che parlano della città e del territorio, con una poetica che coniuga classicità e modernità.

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Moreno Morelli

Moreno Morelli (Pisa, 1930 – 1989) si è dedicato alla pittura di paesaggi, nature morte e scene di vita quotidiana, con uno stile sintetico e concentrato sull’essenzialità della forma. Le sue opere privilegiano spesso una sola tonalità, soprattutto nelle varie sfumature dei grigi, conferendo profondità e atmosfera sospesa. Le figure, allungate e stilizzate, rivelano l’influenza delle correnti simboliste ed espressioniste, dando vita a una pittura poetica e intensa, che fonde realtà e suggestione emotiva.

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Paolo Paolini

Paolo Paolini è un pittore dell’anima, profondamente radicato nella tradizione figurativa livornese, ma capace di rinnovarla con una voce propria, delicata e autentica. Le sue opere si iscrivono nella scia dei Macchiaioli, ma ne smorzano il vigore con una sensibilità più intima, pacata, quasi meditativa. Non c’è enfasi nei suoi paesaggi, né retorica nei suoi mari d’inverno: solo un’emozione trattenuta, sottile, che affiora tra le pennellate leggere come una brezza salmastra.

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La tavolozza di Paolini è tenue, personale, priva di forzature. I suoi colori non gridano: sussurrano. Il verde acquamarina, il grigio perlaceo, l’azzurro che si insinua tra le nubi cariche di pioggia… sono toni che parlano di mare, di moli deserti, di quartieri popolari osservati con amore. Ma anche del vento umido che sferza il viso, del freddo che punge, della malinconia leggera che accompagna certe giornate livornesi,  mai tragica, piuttosto poetica, capace di consolare.

È una pittura immediata, costruita con poche pennellate essenziali, che restituisce l’atmosfera più che il dettaglio, la sensazione più che la descrizione. C’è un rispetto profondo per il vero, ma anche una volontà di superarlo, per restituirci uno sguardo che riesce ancora a trovare la bellezza nel quotidiano. Ogni opera sembra volerci proteggere dal rumore del mondo, offrendo rifugi silenziosi in cui la realtà si trasfigura in memoria, o in sogno.

Nei quadri di Paolini si sente il respiro di Livorno: non quello celebrativo da cartolina, ma quello più intimo, vissuto, con le sue atmosfere incerte e struggenti. Il suo è un linguaggio pittorico sobrio e sincero, che non cerca l’effetto ma la verità delle piccole cose, la luce di un istante. Come se ogni dipinto fosse una poesia visiva, capace di farci dimenticare, per un attimo, la durezza del vivere.

Maria Teresa Majoli, luglio 2025

Claudia Cerrai

Claudia Cerrai nasce a Livorno nel 1947 e percorre una doppia strada tra scienza e arte: da un lato, una lunga carriera come insegnante di matematica; dall’altro, una passione profonda per la pittura, culminata nella laurea all’Accademia di Belle Arti di Carrara e nella recente dedizione alla scultura.

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La sua pittura si distingue per una costruzione impeccabile, un uso sapiente del colore e una sensibilità raffinata. Nei suoi nudi, l’armonia delle forme e dei volumi emerge con straordinaria naturalezza, modellata attraverso tonalità delicate e precise.

Le nature morte e i paesaggi marini, invece, evocano un’eleganza senza tempo: luci e sfondi perfettamente calibrati restituiscono atmosfere sospese, mentre il mare, nelle sue opere, riflette la dolcezza delle marine toscane, anche nei toni più pacati dell’inverno.

Gloria Geraci

Gloria Geraci vive e lavora a Livorno, città che pulsa di storia e tradizione artistica. La sua pittura figurativa nasce da una sensibilità profonda e da un raffinato equilibrio tra tecnica e poetica, capace di restituire la magia dei dettagli più minuti.

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Le sue opere spaziano dalle marine, evocative e tranquille, alle nature morte, dove ogni elemento racconta una storia di luce e armonia. I paesaggi toscani che rappresenta riflettono la dolcezza delle colline, i cieli mutevoli e la quiete della campagna, trasportando chi osserva in un mondo sospeso tra serenità e meraviglia.

Con Gloria Geraci, la tela diventa un dialogo intimo tra l’artista e lo spettatore: ogni pennellata rivela emozioni sincere e un amore profondo per la natura e per il colore, trasformando ogni quadro in un piccolo universo di poesia e bellezza.

Federico Cresci

Federico Cresci (Livorno, 1941 – 2022) è stato un pittore dalla profonda sensibilità, capace di trasformare la realtà quotidiana in visione poetica.

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La sua pittura figurativa, caratterizzata da una tavolozza limpida e da un tratto morbido e misurato, si muove tra paesaggi e nature morte, fiori e marine, scogliere e oggetti sospesi in atmosfere intime e silenziose.
Cresci ha saputo restituire alla pittura la dimensione del sogno, lasciando affiorare dietro ogni composizione un mondo interiore fatto di ricordi, desideri e contemplazione. Le sue nature morte non sono semplici studi di forma e luce, ma veri racconti visivi in cui il tempo sembra fermarsi, mentre i paesaggi e i soggetti onirici suggeriscono un significato nascosto, un dialogo segreto tra realtà e immaginazione.
La sua opera, sospesa tra tradizione e lirismo personale, continua a emozionare per la capacità di evocare, con pochi elementi essenziali, la poesia delle cose semplici e l’incanto del quotidiano trasfigurato.

Mario Gavazzi

Mario Gavazzi è nato in Lombardia e vive da sempre a Livorno, città alla quale ha dedicato gran parte della sua produzione artistica.

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La sua pittura si declina in diverse direzioni: paesaggi, nature morte, figure femminili e opere astratte, tutte però unite da un filo conduttore che le rende riconoscibili e distintive. La sua ricerca artistica si concentra nel creare un gioco sottile e raffinato tra il colore e le forme, che non sempre si svelano immediatamente allo spettatore. È un invito alla scoperta, un viaggio nell’ambiguità visiva di ciò che è rappresentato e di ciò che, pur non essendo direttamente raffigurato, emerge quasi magicamente alla percezione.

Al centro della sua opera vi è una profonda indagine sulla psicologia della forma, accompagnata da un utilizzo magistrale delle linee di frattura, quei segni scuri che solcano la superficie pittorica. Questi tracciati, simili a fenditure, dividono e al tempo stesso rivelano, guidando lo sguardo in un percorso visivo che conduce alla scoperta di luoghi fantastici, fiori enigmatici e figure femminili dal fascino seducente. Come un mosaico che si ricompone, ogni frammento trova il suo posto, rivelando, poco a poco, l’immagine finale.

Il colore, chiaro, luminoso e vibrante, è il vero protagonista: conferisce energia, positività e una gioiosa vitalità a ogni composizione. È proprio attraverso questa esplosione cromatica che l’opera si arricchisce di significati e sensazioni, permettendo allo spettatore di cogliere “il tutto” che si rivela ben più della semplice somma delle sue parti.

Maria Teresa Majoli, settembre 2024

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