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Federico Cresci

Federico Cresci (Livorno, 1941 – 2022) è stato un pittore dalla profonda sensibilità, capace di trasformare la realtà quotidiana in visione poetica.

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La sua pittura figurativa, caratterizzata da una tavolozza limpida e da un tratto morbido e misurato, si muove tra paesaggi e nature morte, fiori e marine, scogliere e oggetti sospesi in atmosfere intime e silenziose.
Cresci ha saputo restituire alla pittura la dimensione del sogno, lasciando affiorare dietro ogni composizione un mondo interiore fatto di ricordi, desideri e contemplazione. Le sue nature morte non sono semplici studi di forma e luce, ma veri racconti visivi in cui il tempo sembra fermarsi, mentre i paesaggi e i soggetti onirici suggeriscono un significato nascosto, un dialogo segreto tra realtà e immaginazione.
La sua opera, sospesa tra tradizione e lirismo personale, continua a emozionare per la capacità di evocare, con pochi elementi essenziali, la poesia delle cose semplici e l’incanto del quotidiano trasfigurato.

Davide Robert Ross

Davide Robert Ross

“I ritratti e le figure di questa esposizione di quadri, intitolata Il Tratto Dipinto, sono il racconto di un percorso che l’artista compie, con i suoi mezzi espressivi, nella raffigurazione di attimi sfuggevoli ma di grande intensità emotiva. Non c’è nulla di celato o metaforico, arriva subito chiaro che ciascun ritratto o figura, oggetto, apre percorsi sensoriali dove riconoscersi e rivedersi, non tanto nella somiglianza fisica, ma nell’aver vissuto gli stessi attimi, stati d’animo, sguardi, desideri, che vediamo esprimersi da questi dipinti.

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Davanti a questa spiazzante sincerità, entra in gioco l’artista che, con il suo particolare modo di dipingere, riesce ad espandere queste sensazioni, in tutta l’ opera, con pennellate rettilinee, decise, armonizzate dalle fini trasparenze, ci rivelano una pittura dinamica, nervosa, travagliata, impaziente, che si traduce in un’ immagine non certo idilliaca, ma piuttosto si traduce in un senso di decadenza, caratteristica dei nostri tempi, inchinandosi alla regola fondamentale: l’Arte deve essere espressione della nostra contemporaneità, altrimenti perderebbe la sua funzione e si ridurrebbe ad una compiacente copertina patinata.

Arrivando al cuore, cioè il valore artistico di Il “Tratto Dipinto”, questo titolo potrebbe sembrare metaforico, ma in realtà è molto descrittivo e concreto, e deriva dalla personale ricerca di Ross di conservare la stessa immediatezza e potenza che ha il tratto di un disegno nell’ attimo in cui si inizia a rendere concreto il pensiero, cioè fin dai primi segni che prendono vita con il tratto della matita.

Spesso questa spontaneità, viene perduta nel passaggio successivo, cioè dipingendo, magari a favore di una maggior precisione, oppure perchè l’ artista decide per un tipo di resa pittorica più convenzionale.

Nella pittura di Ross, si nota però una volontà, non solo di conservare, ma anche di amplificare la naturale potenza espressiva del disegno, riproponendone la naturalità con i pennelli, al punto che, in alcuni casi, somigliano più a degli schizzi che ad un dipinto.

Il tutto è ben bilanciato e amalgamato, da una regia sicura delle proprie abilità e dal suo chiaro obbiettivo: dipingere il Tratto!”

Davide Robert Ross

 

Vera Lowen

Vera Lowen è un’artista con oltre quarant’anni di esperienza, il cui lavoro si muove tra pittura su tessuto e acquarello. Nata come acquarellista e architetto di formazione, ha sviluppato negli anni una cifra stilistica personale, in cui tecnica e sensibilità si intrecciano per dare vita a opere dal forte impatto emotivo.

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I suoi lavori esplorano la condizione umana, trasformando fragilità ed emozioni in immagini sospese tra memoria, speranza e rinascita. Negli ultimi anni la sua ricerca si è sempre più orientata verso tematiche sociali, dove la pittura diventa uno strumento per osservare la realtà e stimolare riflessioni profonde sulla vita e sulla società.

Le opere di Vera Lowen sono realizzate su tessuti pregiati, come sete leggere e delicate, su cui ogni tratto è il frutto di un lungo percorso di studio e sperimentazione. Il processo creativo parte dall’ideazione su carta, passa attraverso schizzi ad acquarello e infine si trasferisce sul tessuto, dando vita a composizioni leggiadre e preziose, dove colore, luce e materia dialogano con lo spettatore.

Fiori, elementi naturali e oggetti quotidiani diventano simboli di resilienza, bellezza e rinascita. In questa prospettiva, la pittura di Vera Lowen non è solo estetica, ma anche un veicolo di riflessione e partecipazione: ogni opera invita chi osserva a confrontarsi con sé stesso, a ritrovare armonia e speranza in un mondo sempre più complesso.

Luigi Massa

Luigi Massa è un grafico illustratore di Napoli. Lavora come graphic e web designer.

Dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti, che lo ha visto affrontare tutte le tecniche pittoriche, quindi la serigrafia, calcografia, incisione etc., ha proseguito la sua formazione al Guru Lab in progettazione Grafica.

Ha dato poi una svolta alla sua ricerca avvicinandosi alla street art e iniziando a esporre e partecipare a eventi e mostre.

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In galleria abbiamo le sue opere digitali, stampate su cartoncino, nelle due serie “Supereroi” e “Mostriciattoli”.

Le figure dei supereroi appaiono in colori totalmente rivisitati e personalizzati, ripetute nella stessa dimensione e in posizioni differenti in un pattern serrato. I mostriciattoli offrono una frizzante serie di tributi ai grandi dell’arte o recano ironici messaggi.  In queste creazioni, in cui il segno sostituisce la pennellata, Massa fonde abilmente la tecnologia digitale con la tradizione artistica, creando un connubio accattivante di forme e colori.

 

Abbiamo poi la serie “Jazz Session”

In questa serie, che ritrae i musicisti jazz, ogni tratto a pennarello nero è un’armonia fissata, un giro di note inciso sul cartoncino. Ma è nelle macchie di colore, improvvisazioni vibranti, che la vera essenza del jazz si manifesta.

Immaginiamo il disegno come una jam session. Il musicista-artista inizia con la traccia nera, un tema delineato come il ritmo di base di un brano jazz. Ma poi, come il sax che s’innalza sopra il ritmo, i colori si uniscono alla danza.

Il rosso ardente evoca il calore di un sax che brilla nel buio di un club notturno, mentre il blu profondo culla il basso, solido come una base ritmica, il verde sprizza improvvisazione come un assolo di tromba.

Queste macchie di colore sono le improvvisazioni, le risposte al tema principale. Si sovrappongono, si intrecciano, creando armonie e contrasti che si riflettono nel caos controllato di una jam session. Come il solista trascende le note scritte, così il pittore jazz esplora nuove melodie e armonie e mentre ritrae i musicisti, non solo cattura la loro figura, ma evoca l’anima del jazz stesso: l’improvvisazione, l’energia, la libertà di espressione che si dipana come una sinfonia di colori sfumati.

Riccardo Chirici

Riccardo Chirici ha iniziato a dipingere da autodidatta e nel ’75 si è iscritto alla scuola Trossi-Uberti diretta da Voltolino Fontani e poi Marc Sardelli. Ha frequentato i corsi di incisione col pittore livornese Walter Cecchi.

Dopo qualche anno  di studi presso la facoltà di scienze biologiche di Pisa, ha deciso di dedicarsi completamente alla pittura e nel 1991 si è diplomato presso l’ Accademia di belle arti di Firenze col prof. Gianfranco Notargiacomo.

In quarant’anni di ininterrotto lavoro ha esposto in molte mostre collettive e personali in Italia e all’estero.

La pittura, così bella, di Riccardo Chirici evoca le magie della natura in tutte le sue forme. Il paesaggio naturale e il paesaggio antropico offrono scenari che un occhio sapiente sa trasformare in lirica pittura. Le vibrazioni dell’acqua,  i ruscelli incantati, i verdi profondi che accolgono oscurità segrete, i fiori dai colori accesi che invadono campagne assolate, divengono poesia nelle atmosfere soffuse e soffici di una pittura morbida e pastosa.

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Le opere di Riccardo Chirici sono pervase da una sottile simbiosi tra profumi, colori e suoni, che si fondono insieme in una vellutata unità. Le sensazioni evocate dalle opere si corrispondono tra loro, creando un mondo in cui i colori si trasformano in suoni e in profumi. Questa interconnessione segreta, queste corrispondenze sottili, sono la chiave di volta che rende le opere del pittore così evocative e suggestive. Un invito a esplorare questi territori segreti dell’anima umana, dove i confini tra le varie sensazioni si dissolvono e si fondono in una sorta di unità mistica.

L’influenza macchiaiola lo rende libero nel dipingere con freschezza verista una realtà rappresentata da macchie di colore e dal chiaroscuro. Colta en plein air da tocchi veloci, la sua pittura esalta la mutabilità della luce che scandisce forme e colori. Sebbene rappresenti il vero, non si sofferma sui particolari e non si preoccupa di rappresentare i dettagli. Al contrario, la sua pittura è verista nella misura in cui cattura lo spirito della realtà, focalizzandosi sulla magia delle luci e delle ombre. L’artista non cerca di riprodurla, ma piuttosto di catturarne l’essenza, trasmettendo un senso di incanto e suggestione. Le opere invitano lo spettatore a immergersi in un mondo di sensazioni e di emozioni, dove i dettagli lasciano il posto alla magia dell’atmosfera. La sua pittura, in questo senso, è una sorta di invito a guardare il mondo con occhi diversi, a scoprire la bellezza nascosta tra le pieghe dell’ordinario, a cogliere la poesia dell’esistenza in ogni suo momento.

Maria Teresa Majoli

Fiorenzo Isaia

Fiorenzo Isaia è un artista di straordinaria sensibilità, capace di trasformare una tecnica impeccabile in una narrazione intensa e poetica. La sua pittura, raffinata e armoniosa, si distingue per la morbidezza dei colori, la fluidità delle forme e l’atmosfera sospesa che avvolge ogni composizione.

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Lontano dalle mode e dalle urgenze del tempo, Isaia lavora con pazienza e dedizione, creando acquerelli in cui realtà e sogno si fondono con naturalezza. Nei suoi paesaggi, come nelle figure, l’ispirazione dal vero si intreccia a una dimensione interiore e immaginaria, dando vita a piccoli mondi silenziosi in cui convivono poesia, ironia e nostalgia.

Le sue opere hanno il dono raro di evocare ricordi e suggestioni personali in chi guarda: una luce particolare, un angolo di natura, un volto assorto sembrano diventare parte della memoria collettiva. È un’arte che non grida, ma sussurra, e proprio per questo rimane impressa a lungo.

Il suo stile, al tempo stesso classico e moderno, può essere definito una sorta di realismo magico: ogni acquerello è una soglia da attraversare, un invito a guardare oltre l’apparenza per cogliere il senso profondo delle cose. Con eleganza e profondità, Fiorenzo Isaia ci offre una pittura che incanta lo sguardo e tocca l’anima, regalando momenti di autentica contemplazione.

La mostra, organizzata da Melograno Art Gallery, è un’occasione preziosa per immergersi nel suo mondo e per scoprire dal vivo l’intensità e la leggerezza della sua ricerca artistica.

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