La pittura figurativa di Giuseppe Pierozzi affonda le proprie radici nella tradizione artistica labronica, assorbendo l’eredità tecnica e poetica dei grandi maestri. La sua mano sicura, maturata in anni di ricerca, si unisce a una sensibilità naturale che trova piena espressione nel dipingere dal vero. Paesaggi marini, campagne dorate, scorci urbani e campi in fiore diventano così racconti visivi, nati da un contatto diretto con la natura.
Il suo gesto pittorico è spontaneo e istintivo, capace di fermare sulla tela la vibrazione di un momento: il bagliore caldo di un tramonto, il moto impetuoso delle onde, la placida calma di un pomeriggio estivo in campagna. Ogni quadro è un frammento di bellezza autentica, una finestra aperta verso un altrove sereno, lontano dalla frenesia del quotidiano.
La tavolozza di Pierozzi è ricca e luminosa, animata da contrasti vivi e armonie cromatiche. Nei gialli brillanti delle spighe mature si avverte energia e calore, mentre nei cieli tersi e trasparenti emerge una leggerezza ariosa. Le pennellate, talvolta vigorose e pastose, talvolta morbide e sfumate, modulano la luce fino a renderla protagonista della scena.
Pur muovendosi nel solco della tradizione, Pierozzi sviluppa un linguaggio attuale e vitale. Non c’è nostalgia nei suoi paesaggi, ma un dialogo aperto con il presente, in cui la pittura diventa quasi terapia del colore, capace di infondere positività e ristoro interiore.
In ogni sua opera si respira un senso di equilibrio e di pienezza, un invito a rallentare lo sguardo e a riscoprire la forza delle emozioni semplici. È una bellezza che non pretende di stupire con artifici, ma che conquista con la genuinità e la gioia di uno sguardo sincero sul mondo.
Maria Teresa Majoli, agosto 2025
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