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Gloria Geraci

Gloria Geraci vive e lavora a Livorno, città che pulsa di storia e tradizione artistica. La sua pittura figurativa nasce da una sensibilità profonda e da un raffinato equilibrio tra tecnica e poetica, capace di restituire la magia dei dettagli più minuti.

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Le sue opere spaziano dalle marine, evocative e tranquille, alle nature morte, dove ogni elemento racconta una storia di luce e armonia. I paesaggi toscani che rappresenta riflettono la dolcezza delle colline, i cieli mutevoli e la quiete della campagna, trasportando chi osserva in un mondo sospeso tra serenità e meraviglia.

Con Gloria Geraci, la tela diventa un dialogo intimo tra l’artista e lo spettatore: ogni pennellata rivela emozioni sincere e un amore profondo per la natura e per il colore, trasformando ogni quadro in un piccolo universo di poesia e bellezza.

Maurizio Pupilli

La ricerca di Maurizio Pupilli si fonda su una personale interpretazione del puntinismo, inteso non come mera tecnica, ma come pratica lenta e meditativa. Ogni punto è un respiro, un frammento di luce che, insieme agli altri, costruisce una vibrazione cromatica. La superficie del quadro diventa così un campo vivo, attraversato da minimi scarti di tono e da infiniti passaggi che generano l’immagine.

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Il suo linguaggio si è progressivamente distaccato dalla figurazione tradizionale per approdare a una dimensione essenziale e rarefatta. Le forme non sono descritte, ma suggerite: appaiono come presenze che emergono dal ritmo dei punti, dal dialogo continuo tra pieni e vuoti, tra densità e trasparenze. È un processo che non impone, ma lascia affiorare.

La pittura di Pupilli nasce da tempi lunghi, da gesti pazienti e costanti. Non c’è improvvisazione, ma un fluire controllato che trasmette un senso di armonia interiore. Ogni opera diventa esperienza di contemplazione, uno spazio dove la luce non solo illumina, ma costruisce e trasfigura.

In questa pratica rigorosa e al tempo stesso poetica, la natura è presenza costante: rami, radici, intrecci vegetali non sono semplici soggetti, ma pretesti per esplorare la relazione fra visibile e invisibile, fra forma e dissolvenza. È una pittura che ci invita a rallentare, a guardare davvero, a cogliere la vita sottile che vibra in ogni frammento di colore.

Giuseppe Pierozzi

La pittura figurativa di Giuseppe Pierozzi affonda le proprie radici nella tradizione artistica labronica, assorbendo l’eredità tecnica e poetica dei grandi maestri. La sua mano sicura, maturata in anni di ricerca, si unisce a una sensibilità naturale che trova piena espressione nel dipingere dal vero. Paesaggi marini, campagne dorate, scorci urbani e campi in fiore diventano così racconti visivi, nati da un contatto diretto con la natura.

Il suo gesto pittorico è spontaneo e istintivo, capace di fermare sulla tela la vibrazione di un momento: il bagliore caldo di un tramonto, il moto impetuoso delle onde, la placida calma di un pomeriggio estivo in campagna. Ogni quadro è un frammento di bellezza autentica, una finestra aperta verso un altrove sereno, lontano dalla frenesia del quotidiano.

La tavolozza di Pierozzi è ricca e luminosa, animata da contrasti vivi e armonie cromatiche. Nei gialli brillanti delle spighe mature si avverte energia e calore, mentre nei cieli tersi e trasparenti emerge una leggerezza ariosa. Le pennellate, talvolta vigorose e pastose, talvolta morbide e sfumate, modulano la luce fino a renderla protagonista della scena.

Pur muovendosi nel solco della tradizione, Pierozzi sviluppa un linguaggio attuale e vitale. Non c’è nostalgia nei suoi paesaggi, ma un dialogo aperto con il presente, in cui la pittura diventa quasi terapia del colore, capace di infondere positività e ristoro interiore.

In ogni sua opera si respira un senso di equilibrio e di pienezza, un invito a rallentare lo sguardo e a riscoprire la forza delle emozioni semplici. È una bellezza che non pretende di stupire con artifici, ma che conquista con la genuinità e la gioia di uno sguardo sincero sul mondo.

Maria Teresa Majoli, agosto 2025

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