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Ciro D’Alessio

Ciro D’Alessio è un artista la cui pittura trasmette una luce e un’energia straordinarie, capace di catturare l’osservatore e trasportarlo in un mondo visivo vibrante e sensibile. Nato a Napoli nel 1977, dopo una formazione umanistica e filosofica, D’Alessio ha scelto la pittura come sua strada, inizialmente come autodidatta, per poi perfezionarsi sotto la guida di maestri rinomati della scena pittorica napoletana. La sua arte è un viaggio continuo, con mostre e collettive che lo hanno portato a esporre in tutto il mondo.

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Le opere di D’Alessio sono caratterizzate da massicce macchie di colore, le quali non sono semplicemente pennellate, ma veri e propri blocchi vibranti di energia che l’occhio deve ricomporre. Le sue tele, cariche di toni caldi mediterranei – rossi, azzurri e, soprattutto, il giallo di Napoli, che conferisce un’impronta unica e riconoscibile alle sue opere – evocano paesaggi che si rivelano lentamente nelle pieghe di grandi masse di colore applicate a spatola, con tratti larghi, profondi e corposi. Il termine “larghi” qui può essere inteso come “ampia gestualità”, che riflette la volontà dell’artista di esprimere un flusso emotivo liberatorio.

Queste opere non sono mai statiche; sono un invito a scoprire e a entrare in sintonia con la vitalità, la freschezza e la gioia di vivere che D’Alessio infonde in ogni pennellata. La sua arte ha una qualità immediata e diretta che rispecchia la sua sensibilità, creando un legame empatico con l’osservatore. L’energia dei colori e la libertà della gestualità della spatola sono in grado di restituire l’anima vivace e calorosa della Napoli che D’Alessio ama, una Napoli che si riflette nella sua pittura come una sensazione di calda umanità.

Il suo rapporto con la natura, da sempre un elemento centrale nella sua vita, è il cuore pulsante del suo lavoro. D’Alessio descrive la natura come una forma di libertà, come un’ispirazione costante che gli ha permesso di trasformare le vibrazioni del mondo naturale in colori. Per lui, ogni pennellata è un atto di libertà, un gesto che conserva una connessione intima e sensibile con il soggetto rappresentato. Non è la forma che interessa a D’Alessio, ma la sensazione che essa evoca, una sensazione che diventa il motore della sua arte.

In un’intervista, ha dichiarato: “La natura è sempre stata per me un elemento essenziale di vita. L’ho contemplata, ho provato a comprenderla, a interpretarla. Per me ‘natura’ significa libertà. Sono cresciuto ascoltando i suoi suoni fino a sentire l’esigenza di trasformare quelle vibrazioni in colori. Quando dipingo sento una sorta di connessione con ciò che sto rappresentando. Mi sento come la mia spatola: libero. Libero dalle forme, mai dalle sensazioni.”

Con il suo stile inconfondibile, Ciro D’Alessio continua a stupire e a emozionare, restituendo al pubblico un’arte che non solo si guarda, ma si sente. Una pittura che invita all’introspezione, alla contemplazione, ma soprattutto alla connessione profonda con il mondo e le emozioni che esso suscita.

Maria Teresa Majoli, marzo 2025

Paolo Paolini

Paolo Paolini è un pittore dell’anima, profondamente radicato nella tradizione figurativa livornese, ma capace di rinnovarla con una voce propria, delicata e autentica. Le sue opere si iscrivono nella scia dei Macchiaioli, ma ne smorzano il vigore con una sensibilità più intima, pacata, quasi meditativa. Non c’è enfasi nei suoi paesaggi, né retorica nei suoi mari d’inverno: solo un’emozione trattenuta, sottile, che affiora tra le pennellate leggere come una brezza salmastra.

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La tavolozza di Paolini è tenue, personale, priva di forzature. I suoi colori non gridano: sussurrano. Il verde acquamarina, il grigio perlaceo, l’azzurro che si insinua tra le nubi cariche di pioggia… sono toni che parlano di mare, di moli deserti, di quartieri popolari osservati con amore. Ma anche del vento umido che sferza il viso, del freddo che punge, della malinconia leggera che accompagna certe giornate livornesi,  mai tragica, piuttosto poetica, capace di consolare.

È una pittura immediata, costruita con poche pennellate essenziali, che restituisce l’atmosfera più che il dettaglio, la sensazione più che la descrizione. C’è un rispetto profondo per il vero, ma anche una volontà di superarlo, per restituirci uno sguardo che riesce ancora a trovare la bellezza nel quotidiano. Ogni opera sembra volerci proteggere dal rumore del mondo, offrendo rifugi silenziosi in cui la realtà si trasfigura in memoria, o in sogno.

Nei quadri di Paolini si sente il respiro di Livorno: non quello celebrativo da cartolina, ma quello più intimo, vissuto, con le sue atmosfere incerte e struggenti. Il suo è un linguaggio pittorico sobrio e sincero, che non cerca l’effetto ma la verità delle piccole cose, la luce di un istante. Come se ogni dipinto fosse una poesia visiva, capace di farci dimenticare, per un attimo, la durezza del vivere.

Maria Teresa Majoli, luglio 2025

Bianca Manis

Bianca Manis è una pittrice originaria di Sanremo che da molti anni vive a Livorno, una città che ha adottato come sua musa ispiratrice. 

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La sua arte è una celebrazione della bellezza naturale e della poesia che risplende nei paesaggi. La sua calda pittura figurativa si concentra sulla bellezza della natura, sulla poesia del paesaggio: marine vigorose e tramonti infuocati, cespugli fioriti e campi assolati.

Il suo tocco figurativo è caldo ed accogliente e cattura ogni dettaglio con una precisione mai fredda o distaccata.

Ciò che caratterizza l’arte di Bianca è la luce che permea ogni suo dipinto. Netta e pulita, essa crea un mondo in cui angoli romantici e dettagli suggestivi si fondono armoniosamente in una fresca atmosfera contemporanea.

Nelle sue opere più recenti, Bianca sposta l’attenzione sul paesaggio urbano.  Ci offre una visione contemporanea che si riflette sia nel taglio fotografico sia nella scelta delle situazioni.

Nei suoi quadri, Livorno prende vita: le piazze vivono con l’energia delle persone e il lungomare si anima con la quotidiana routine dei suoi abitanti. Il lavoro, la frenesia del mattino e l’irrinunciabile aperitivo diventano parte integrante delle sue opere, raccontando la bellezza nascosta nell’ordinario. I colori e le pennellate morbide e sfumate conferiscono alle sue opere un senso di caldo realismo, catturando la vita di una città in costante movimento.

Bianca Manis, attraverso la sua pittura figurativa, riesce a trasmettere non solo la bellezza della natura e dei luoghi che ama, ma anche l’anima di una comunità e delle sue persone. Il suo talento e la sua visione poetica fanno di ogni quadro un invito a riscoprire una bellezza che ancora ci circonda, colta sapientemente dagli occhi dell’artista.

Alessandro Danzini

Il vento plasma la roccia, danza con le nuvole, inquieta il mare e dipinge nuovi orizzonti.

Alessandro Danzini, nato a Pisa nel 1974 e cresciuto a Livorno, è un artista che da sempre osserva con intensità il paesaggio toscano, rendendolo il protagonista assoluto delle sue opere. Da un’analisi accurata della tradizione pittorica della scuola toscana, Danzini è approdato a un linguaggio personale, in cui l’arte non si limita a rappresentare, ma esplora le forze che plasmano la natura. Il titolo della sua nuova mostra, Dove soffia il vento, richiama il dinamismo della natura, dove ogni elemento – dal cielo alle rocce, dal mare alla vegetazione – è modellato incessantemente dalla forza del vento.

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In questa serie di dipinti, Danzini non si limita a ricreare il paesaggio toscano con un realismo dettagliato. La sua arte va oltre, proponendo visioni intime e drammatiche, in cui l’accettazione della precarietà della vita si fonde con la potenza della natura. La roccia, in particolare, diventa il soggetto centrale: aspra e tormentata, appare lacerata dal continuo confronto con gli agenti atmosferici. Le sue superfici raccontano storie di erosione, di forze che agiscono senza sosta, senza pietà, ma anche di una bellezza che nasce dalla distruzione. La luce gioca sulle ferite delle rocce, facendo emergere spettacolari variazioni cromatiche, che rivelano la magnificenza di ciò che il vento e il mare hanno creato.

Il cielo, carico di nuvole che sembrano in costante movimento, è un altro protagonista fondamentale di questa narrazione. L’aria, che trasporta la bellezza del paesaggio, è anche il mezzo attraverso cui ogni elemento viene trasformato, e l’artista cattura la dinamica di questo processo. In Danzini, il vento non è solo una presenza fisica, ma un agente che dona vita a un continuo mutamento, conferendo ai paesaggi una qualità quasi surreale, sospesa tra il reale e l’irreale.

Questa nuova visione della natura, esasperata e al contempo sublime, invita lo spettatore a riflettere sulla transitorietà della vita. La roccia che si sgretola, il mare che erode le sue sponde, e il cielo che si trasforma incessantemente sono immagini potenti che ricordano quanto la bellezza e la fragilità siano intimamente legate. Dove soffia il vento diventa così un inno alla forza trasformativa della natura e alla consapevolezza che, in questo processo perpetuo di cambiamento, anche noi siamo solo piccole parti di un disegno universale in continua evoluzione.

Abbandonandosi alla contemplazione di queste opere, lo spettatore è invitato a riconoscere l’incredibile bellezza di un mondo che si costruisce e si distrugge, senza mai fermarsi. Un mondo che continua a cambiare, a plasmarsi, a resistere – un mondo che, come la roccia sotto la spinta del vento, ci racconta la storia eterna della natura e della vita stessa.

Maria Teresa Majoli, marzo 2025

Valeria Luschi

La pittura di Valeria Luschi si distingue per la sua calda luminosità e per la limpidezza dello sguardo con cui interpreta la realtà. Nei suoi dipinti, figurativi e immediatamente accoglienti, l’artista racconta paesaggi, scorci urbani, momenti familiari e scene di vita quotidiana con una sensibilità che unisce tradizione e contemporaneità. La sua è una visione serena e partecipe, capace di restituire emozioni semplici e profonde, legate al ritmo naturale delle cose e alla luce che le attraversa.

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Ogni opera nasce da un’osservazione attenta e affettuosa del mondo circostante: un angolo della città, un giardino, una stanza domestica diventano pretesti per esplorare il rapporto tra colore, spazio e tempo. Luschi costruisce le sue composizioni con equilibrio e misura, affidandosi a una tavolozza chiara e armoniosa che trasmette leggerezza e quiete.

Nelle sue tele, il quotidiano si trasforma in una pausa poetica, in un invito a riscoprire la bellezza delle piccole cose. L’artista riesce a dare voce alla semplicità, mostrando come anche i gesti più ordinari possano contenere un senso di pace e di gratitudine. Il risultato è una pittura che parla di vita vissuta con autenticità, capace di riconciliare chi guarda con il proprio presente.

Con il suo linguaggio figurativo, caldo e luminoso, Valeria Luschi ci conduce in uno spazio di armonia e contemplazione, dove la pittura diventa esperienza interiore e dialogo silenzioso con la realtà.

Donatella Lami

Donatella Lami si distingue come acquarellista di grande talento, con una mano classica e un disegno impeccabile che riflette precisione, sensibilità e profondità emotiva. La sua pittura, talvolta estesa anche alla tecnica acrilica, dà vita a paesaggi dai toni sognanti e irreali, capaci di trasportare chi li osserva in atmosfere leggere e sospese, dove la realtà si mescola al mistero.

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Amante dei cavalli, Lami li ritrae con naturalezza e dinamismo, catturandone la grazia nei movimenti e trasformando ogni scena in un momento di poesia. La sua capacità di fondere il mondo terraneo con elementi di incanto conferisce alle opere una dimensione unica: ogni animale, ogni paesaggio, diventa simbolo di libertà e leggerezza.

I colori, luminosi e sorprendenti, dialogano con la forma e il movimento, creando composizioni in cui il sogno incontra la tecnica e la sensibilità classica si sposa con l’inventiva contemporanea. Lami invita lo spettatore a soffermarsi, a percepire il respiro della natura e a lasciarsi trasportare dall’armonia dei dettagli e dalla magia dei toni.

In sintesi, Donatella Lami offre un universo pittorico dove movimento, luce e sogno si incontrano, rendendo ogni opera non solo una raffigurazione, ma una vera esperienza emotiva. La sua arte riesce a coniugare tecnica impeccabile, eleganza narrativa e una visione poetica che rimane impressa nella memoria di chi osserva.

Mario Bencini

Nato a Livorno, Mario Bencini ha intrapreso il suo percorso artistico nel 1979, collocandosi nella tradizione pittorica livornese con una tavolozza inconfondibile. I suoi colori, brillanti e solari, danno vita a opere luminose che trasmettono emozioni profonde. Attraverso ogni pennellata, Bencini non dipinge solo paesaggi e fiori, ma lascia impresso anche un frammento della sua anima. Le sue campagne, marine e distese di fiori sono un inno alla bellezza della natura, tradotta in una gioia di colori che avvolge lo spettatore

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ARDO

ARDO, al secolo Alfonso di Berardo, realizza le sue opere uniche attraverso una tecnica meticolosa e raffinata, che trasforma ogni pezzo in un piccolo miracolo di luce e profondità.

Nelle “Cattedrali di luce”, l’artista sovrappone strati di colore su legno, incidendo la superficie con una punta secca fino a creare un bassorilievo sottile e prezioso. Il risultato è un gioco di contrasti tra superficie e profondità, che conferisce ai suoi edifici una luminosità intensa e un senso di leggerezza quasi sospesa. Le architetture emergono come intricate trine, richiamando la magnificenza delle cattedrali e la spiritualità che esse evocano.

L’opera di ARDO non è solo estetica: invita l’osservatore a percepire la luce come elemento vitale e simbolico, creando un dialogo silenzioso tra tecnica, materia e trascendenza.

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Portfolio