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Maurizio Barraco

Maurizio Barraco

Le donne di Maurizio Barraco non appartengono al regno della seduzione. Non c’è lussuria nei loro corpi nudi, non c’è compiacimento nello sguardo di chi le dipinge. Sono presenze sospese, colte nel fragile equilibrio tra il bisogno e la resa, tra la consapevolezza del proprio corpo e l’impossibilità di farne davvero casa. Nella pittura di Barraco la nudità non è scelta, ma condizione: un destino che si impone, una pelle che diventa prigione e testimonianza insieme.

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I suoi corpi sembrano respirare un dolore antico, un lutto silenzioso per la propria innocenza perduta. Sono donne che si devono concedere, che si offrono per necessità o per sopravvivenza, ma che dentro quella resa conservano ancora la dignità di un’anima vigile. Non cercano lo sguardo dell’altro: lo subiscono. E proprio in questo sguardo subito, accettato come una fatalità, si concentra tutta la loro tragedia.

Barraco lavora con un linguaggio diretto, sincero, senza abbellimenti. La sua pittura è asciutta, quasi crudele nella verità che racconta, ma attraversata da una sottile pietà. Ogni volto, ogni posa è un frammento di racconto: una storia di costrizione, di vulnerabilità, di consapevolezza senza riscatto. Le sue donne non sono eroine, ma testimoni di un destino comune, simboli di una femminilità ferita che non rinuncia alla propria presenza.

Maurizio Barraco è nato a Palermo, dove si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti. Espone in Italia e all’estero dal 1992. Si dedica anche all’illustrazione e ha realizzato, tra le altre, quelle per il libro di poesie MARE’CAGE – Ovvero la palude dei sensi di Alex Triglias e Maurizio Barraco.
La sua pittura continua a interrogare lo spettatore, restituendo alla figura femminile la complessità, la fragilità e la verità che spesso lo sguardo maschile dimentica.

Ernesto Portas

Ernesto Portas è nato nel 1938 a Barcellona, in Spagna.

Dopo gli studi artistici in Spagna, sull’esempio del padre pittore, completa la sua formazione in Francia e quindi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, seguendo I corsi di Primo Conti e Domenico Purificato. Nel 1967 si trasferisce a Livorno, dove ha proseguito una feconda e fortunata carriera artistica.

E’ mancato a Livorno nel maggio 2021

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Due nature intime di Ernesto Portas

Due opere intense e sorprendenti di Ernesto Portas, realizzate alla fine degli anni Settanta, ci riportano in una cucina di ieri, semplice e reale, carica di odori e gesti familiari.

La prima raffigura una bistecca, poggiata su quella carta da macellaio ruvida e giallastra, che oggi in pochi ricordano ma che allora era ovunque: sulle carni appena tagliate, sulle tavole di trattorie sincere, usata anche come tovaglia o come blocco da schizzi. Una materia povera, impregnata di quotidianità, diventata superficie d’arte.

L’altra tela propone un soggetto altrettanto umile ma poetico: un barattolo di latta, forse un contenitore di vernice, nel quale Portas ha sistemato due zucchini con il fiore, come si fa con i fiori veri. Un gesto d’affetto, uno sguardo curioso sulle cose semplici che lo circondavano.

Entrambe le opere sono realizzate con pennellate larghe e decise, che modellano forme, luci e ombre solo attraverso il colore. Nessun disegno preparatorio, nessun contorno: solo emozione, volume, presenza. La pittura di Portas non è rappresentazione, ma vibrazione di sguardo, impatto emotivo diretto.

Modernissime nella loro essenzialità, queste due nature morte sembrano schizzi pittorici eseguiti d’istinto, ma racchiudono uno studio profondo, una capacità rara di cogliere il senso delle cose minime. Sono ricordi di un tempo vicino eppure già lontano, filtrati dalla sensibilità calda e appassionata di un artista che ha sempre guardato al vero con rispetto e libertà.

Ernesto Portas, nato a Barcellona nel 1938 e scomparso a Livorno nel 2021, è stato artista autentico e coerente, formatosi tra la Spagna, la Francia e l’Italia, allievo tra gli altri di Primo Conti e Domenico Purificato. Queste due opere ne raccontano con semplicità tutta la forza pittorica e la verità interiore.

Maria Teresa Majoli, luglio 2025

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