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Philippe Lonzi

Philippe: 15 ans d’expérience dans le travail de l’acier noir dans la pureté

15 anni di lavoro nell’acciaio nero, nella purezza

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La scultura è da sempre per Lonzi un mezzo di espressione sincera. Il lavoro di tagliare l’acciaio nuovo in tutte le sue forme contribuisce alla sua ricerca estetica. Ogni opera in divenire è un porsi in discussione, una nuova avventura, un laborioso viaggio dello spirito.

La purezza delle linee dell’acciaio nuovo non deve sparire dopo che questo viene aggredito dalla fiamma o dalla forza del taglio degli utensili diretti dall’artista.

Il pieno si equilibra col vuoto, contribuendo ad una lenta metamorfosi di tutti questi elementi.

Da questa alchimia, fatta di riflessione e di materia, prende vita una nuova scultura che resterà per Philippe Lonzi il testimone di un lavoro accanito e il ricettacolo di un’emozione senza limite

Andrea Forgiarini

L’arte di Andrea Forgiarini rappresenta un’interpretazione inedita e raffinata della tecnica del pouring, trasformando ciò che solitamente si presenta come un’esplosione caotica di colori in una composizione controllata e intensamente espressiva. Sebbene la tecnica del pouring sia notoriamente associata al caso, dove la colata dei pigmenti porta a macchie imprevedibili e intrecci casuali, qui essa si manifesta sotto una forma più meditata e consapevole. L’artista sembra instaurare un dialogo con il colore stesso, guidandone il fluire con un’intenzione chiara e potente.

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Ciò che distingue queste opere è l’assenza del caratteristico caos tipico del pouring tradizionale. Non vi è traccia del movimento disordinato, né di colori che si mischiano in modo accidentale e creano impurità. Al contrario, nelle sue piccole tele ogni sfumatura appare guidata da un pensiero lucido che dona alle opere una logica interna e una coerenza quasi metafisica. Il risultato è una fluidità cromatica in cui profondità e rilievi si alternano per dare vita a paesaggi immaginari: valli di luce e oscurità, zone di ombra e di bagliori, che invitano a perdersi in mondi sospesi tra realtà e sogno.

L’iridescenza dei colori contribuisce a questa dimensione onirica, illuminando la superficie della tela come se fosse attraversata da un bagliore interno. Ogni colore, scelto e guidato con cura, sembra obbedire alla volontà dell’artista, dando vita a composizioni che, pur nella loro apparente spontaneità, rivelano una profonda struttura e una razionalità sottile. Le opere raggiungono così un equilibrio tra ordine e irrazionale, dove ogni elemento appare esattamente al posto giusto, come parte di un’armonia segreta.

Questo approccio al pouring risulta quindi unico e affascinante: attraverso la sua mano sicura e una visione limpida, l’artista riesce a creare opere che non sono mai meramente casuali, ma rappresentano la fusione perfetta tra controllo e libertà, tra volontà e abbandono, offrendo allo spettatore uno spazio visivo in cui immergersi e perdersi, seguendo le tracce luminose e le profondità che costellano ogni piccola tela.

Maria Teresa Majoli

Andrea Forgiarini è nato a Livorno nel 1995.

Dopo gli studi al liceo artistico di Pisa, ha iniziato il suo personale percorso nella pittura alla ricerca di una sua particolare linea.

Giuseppe Pierozzi

La pittura figurativa di Giuseppe Pierozzi affonda le proprie radici nella tradizione artistica labronica, assorbendo l’eredità tecnica e poetica dei grandi maestri. La sua mano sicura, maturata in anni di ricerca, si unisce a una sensibilità naturale che trova piena espressione nel dipingere dal vero. Paesaggi marini, campagne dorate, scorci urbani e campi in fiore diventano così racconti visivi, nati da un contatto diretto con la natura.

Il suo gesto pittorico è spontaneo e istintivo, capace di fermare sulla tela la vibrazione di un momento: il bagliore caldo di un tramonto, il moto impetuoso delle onde, la placida calma di un pomeriggio estivo in campagna. Ogni quadro è un frammento di bellezza autentica, una finestra aperta verso un altrove sereno, lontano dalla frenesia del quotidiano.

La tavolozza di Pierozzi è ricca e luminosa, animata da contrasti vivi e armonie cromatiche. Nei gialli brillanti delle spighe mature si avverte energia e calore, mentre nei cieli tersi e trasparenti emerge una leggerezza ariosa. Le pennellate, talvolta vigorose e pastose, talvolta morbide e sfumate, modulano la luce fino a renderla protagonista della scena.

Pur muovendosi nel solco della tradizione, Pierozzi sviluppa un linguaggio attuale e vitale. Non c’è nostalgia nei suoi paesaggi, ma un dialogo aperto con il presente, in cui la pittura diventa quasi terapia del colore, capace di infondere positività e ristoro interiore.

In ogni sua opera si respira un senso di equilibrio e di pienezza, un invito a rallentare lo sguardo e a riscoprire la forza delle emozioni semplici. È una bellezza che non pretende di stupire con artifici, ma che conquista con la genuinità e la gioia di uno sguardo sincero sul mondo.

Maria Teresa Majoli, agosto 2025

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