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Marcantonio Mancini

La pittura di Marcantonio Mancini si muove nel territorio dell’astrazione concettuale, con un linguaggio essenziale ma intensamente concentrato. Uomo di cultura, amante dell’arte, della letteratura e della musica, porta sulla tela una sensibilità raffinata e un gusto estetico profondo, costruito nel tempo attraverso ascolto, studio e visione.

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Nel suo lavoro l’astrazione non è mai casuale: ogni segno e ogni equilibrio cromatico sembrano rispondere a una necessità interiore, a un’urgenza di ordine e di chiarezza. La superficie pittorica diventa così il luogo in cui l’artista raccoglie e restituisce il meglio della propria energia creativa, trasformando l’esperienza personale in una forma visiva intensa e misurata.

Un’opera che testimonia una ricerca sincera, capace di unire rigore concettuale e profondità emotiva.

Adriano Baldi

La pittura gestuale di Adriano Baldi è un  viaggio emotivo e sensoriale.

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Linee, forme e colori, si librano sulla tela portando ciascuno il proprio carico di pensieri, affanni, ansie, gioie, rimpianti, proponimenti… Si incontrano, si attraversano, si intrecciano in un dialogo stretto che narra esperienze esistenziali. Fa loro strada il gesto, che in maniera più o meno conscia, si fa interprete e guida in questa danza di segni e colori che è un ponte tra l’inconscio e la realtà visibile, tra l’interno e l’esterno, tra la profondità dell’animo e la superficie tangibile del mondo. Attraverso colore e gesto si apre un varco che connette il reale con la sfera interiore, trasformando l’intimità segreta in un’espressione esterna visibile. L’istinto non conosce le barriere di falsi pudori e le sovrastrutture sociali ed approda ad una analisi della realtà nella quale aspetti oscuri, enigmatici, o addirittura inconfessabili si svelano e fluiscono sulla tela senza i freni della razionalità.

L’analisi si accompagna ad un progetto estetico che si sviluppa attraverso dinamiche variabili in un ritmo che approda ad una propria equilibrata armonia, indipendente e autonoma da precostituite chiavi di lettura. La narrazione, e la ricerca che la precede, si materializza in raffinate composizioni. L’esperienza estetica che ha lo spettatore può prescindere totalmente da qualsiasi guida alla decifrazione dell’opera e la libertà di interpretazione offre un momento di coinvolgimento e di adesione all’impulso creativo.

Maria Teresa Majoli

Gravante (Zeno Travegan)

Zeno Travegan è l’anagramma di Enzo Gravante (1962). Ora si firma solo GRAVANTE.
Dipinge dalla metà degli anni ‘80. Ha due cicli pittorici: acciughe ed astratto.

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E’ stato un giornalista professionista per 25 anni occupandosi prevalentemente di cultura e spettacoli (in particolare di musica). Alcune sue opere, infatti, sono dedicate alla Musica (ed al Jazz in particolare). A volte con riferimenti diretti, a volte attraverso un segno, un gesto che riecheggia nella memoria del suo passato abbinando spesso le note ai colori ed alle atmosfere musicali in genere.

Ha lasciato il giornalismo per un “disagio” interiore, per un vuoto da colmare, un sogno da realizzare, un sorriso da completare.

Dal 2021 firma i suoi lavori come Gravante, e non più come Zeno Travegan.

“Avevo scelto quella firma (anagramma di Enzo Gravante) — ha dichiarato recentemente in un’intervista – probabilmente, ed inconsciamente, perche’ non volevo lasciar andare via il giornalista coi suoi tanti anni di esperienze. Per cui mi è sembrato più consono ritornare al mio vero cognome”.

ACCIUGHE

Ha iniziato a dipingere i pesci partendo dalla metafora del silenzio, elemento fondamentale nella ricerca di un percorso in continua evoluzione, ma anche desiderio da contrapporre ai fiumi di parole spesso inutili di questi tempi.

Poi le acciughe hanno preso il sopravvento ispirandogli un piacevole coinvolgimento grazie al loro dinamismo, a quel carattere così “sfuggente” e, soprattutto, alla caleidoscopica rivelazione di mille colori e sfumature, dei riflessi veloci tra acqua e luce.

Nel ciclo “Anciue” (espressione tipicamente genovese), l’artista evidenzia ulteriormente la sua produzione caratterizzata da un vero e proprio ponte tra classicità e contemporaneità. Le sue acciughe, colorate e rilucenti, nuotano anche su uno spartito d’epoca a sottolineare che anche quei movimenti, rapidi e luccicanti, hanno un ritmo, un mood. Un costante riferimento alla musica che rappresentato il suo passato.

ASTRATTO
Per me Astratto ha un suo significato ben definito, che non è il nulla come spesso erroneamente si intende.

Una qualsiasi forma è come un monolite, qualcosa che è e sarà per sempre.
Poi vengono i colori che riflettono lo stato d’animo, le pulsioni, la luce da dare e da ricevere.
“Non mi chiedo mai cosa voglia dire un’opera astratta, semmai cosa possa dare, suggerire allo sguardo di chi la osserva. Perchè dover sempre definire qualcosa? Mi basta pensare che un colore, una sfumatura, anche un banale spigolo possa trasmettere un’emozione. Magari scavando nei meandri dei ricordi di ciascuno. E far lavorare di fantasia lo spettatore”.

Ha esposto in alcune collettive in Italia (tra cui una a Milano con Pino Pinelli e Marco Lodola) ed ha tenuto diverse mostre personali in Italia e all’estero. Suoi lavori sono in collezioni private di Milano, Roma, Miami, Parigi, Torino, New York, Chicago, Bordeaux, Lecco, Napoli, Hong Kong, Varsavia, Rimini, Palermo, Sassari, Bologna, Verona, Lucca, Pavia, Livorno, Trapani, La Spezia, Spoleto, Dublino.

Redattore, inviato di quotidiani, ha lavorato anche per il teatro, il cinema e il balletto. Ha scritto su Musica Jazz, Jazz, La Sicilia, L’Italia Settimanale, Set. Ha seguito circa 80 festivals in Italia e nel mondo, recensito dischi, scritto note di copertine. Ha collaborato per RadioDue ai testi del programma “Jazz & Image”, curato la mostra “Il jazz tra le due guerre” (Roma, Festival Internazionale del Jazz di Villa Celimontana, 92.000 presenze). Ha scritto e condotto programmi su Radio3Rai. Tra i fondatori della Società Italiana per lo Studio della Musica Afroamericana.
Nel 2004 ho scritto il libro “Paolo Fresu,la Sardegna,il Jazz”.

E’ citato sulla Enciclopedia Treccani. Vive a Lucca.

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