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Giulio Santarsiero

Giulio Santarsiero (Melfi, 1935 – Volterra 2014) ha vissuto a Montelupo Fiorentino, dove ha sviluppato un percorso artistico sincero e sensibile, inizialmente legato alla ceramica e poi approdato alla pittura. La formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze ne ha affinato lo sguardo e la tecnica, accompagnando una ricerca costante nel colore e nella luce.

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Per molti anni ha gestito una galleria a Volterra, luogo d’incontro e di scambio culturale, mentre le sue opere entravano in numerose collezioni private in Italia e all’estero.
La pittura di Santarsiero si distingue per una figurazione calda e accogliente, che affonda le radici nell’osservazione attenta della natura e del paesaggio. Le sue pennellate, morbide e vivaci insieme, costruiscono atmosfere liriche e vibranti, in dialogo con la sensibilità impressionista e con la forza luministica dei macchiaioli.
Un linguaggio pittorico che ha saputo restituire con delicatezza la poesia del quotidiano e la profondità dei luoghi, lasciando un’impronta autentica e senza tempo.

Giacomo Vaccaro

Giacomo Vaccaro (Sassetta, 1953) è un pittore profondamente legato alla tradizione figurativa toscana. Fin da giovanissimo mostra una naturale inclinazione per il disegno e il colore, che lo porterà a formarsi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Qui entra in contatto con il Maestro Pietro Annigoni, che gli trasmette una conoscenza diretta dei segreti della pittura classica, in particolare del ritratto.

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Stabilitosi poi a Livorno, Vaccaro incontra due figure decisive: Ferruccio Mataresi, suo vero punto di riferimento, e Giovanni March. Con loro approfondisce quella pittura solida, luminosa e istintiva che caratterizza la scuola labronica, proseguendo una tradizione che comprende nomi come Natali, Filippelli, Romiti, Lomi, Rontini e Michelozzi.
Livorno diventa per lui più di una città: un ambiente da cui assorbe carattere, ritmo e umanità, qualità che ritroviamo anche nella sua tavolozza.

Pittore rapido e sensibile nel dipingere dal vero, Vaccaro sa cogliere le variazioni della luce, le atmosfere che cambiano, gli scorci che vibrano di vita. I suoi paesaggi – come quelli presenti oggi in galleria – raccontano una Toscana intima e autentica, fatta di mare, venti leggeri, colline e silenzi, sempre con un equilibrio naturale tra osservazione e emozione.

La sua ricerca è stata arricchita da numerosi viaggi in Europa e nel Mediterraneo, che gli hanno ampliato lo sguardo senza mai allontanarlo dal senso di appartenenza alla pittura del suo territorio.
Oggi Vaccaro continua a vivere e lavorare a Livorno, portando avanti una visione pittorica fedele alla tradizione ma sempre vibrante di immediatezza.

Fulvio Gigli

Fulvio Gigli (Livorno, 1945 – 1998) è stato un artista capace di muoversi con naturalezza tra pittura e grafica, lasciando un segno significativo nel panorama labronico del secondo Novecento. Formatosi all’Istituto d’Arte di Lucca e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Gigli sviluppa un linguaggio personale che unisce rigore tecnico, sensibilità grafica e una forte propensione alla ricerca formale.

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Dal 1971 insegna a Lucca, ruolo che gli permette di trasmettere il suo sapere e di influenzare generazioni di giovani artisti. La sua produzione oscilla tra due poli: da una parte la pittura astratta, che nelle tele si espande in campiture dinamiche, gesti controllati e strutture cromatiche libere; dall’altra la grafica, dove il disegno si fa preciso, elegante, quasi musicale, e trova forma in opere come litografie, incisioni e studi dalla qualità impeccabile.

Sebbene appartenente alla tradizione labronica, Gigli la interpreta da una prospettiva autonoma, trasformando il linguaggio pittorico locale in un territorio di sperimentazione astratta, moderna e personale. La sua carriera, intensa e ricca di soddisfazioni, viene bruscamente interrotta nel 1998, nel pieno del suo successo artistico. La sua opera, tuttavia, continua a essere apprezzata per la forza, la sensibilità e la finezza tecnica che l’hanno sempre contraddistinta.

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