Descrizione
Anno 2024
Serie di acquarelli su carta, cm. 35×25 ciascuno
Vera Lowen – L’ultimo Vitruviano
Nella celebre figura dell’Uomo Vitruviano, Leonardo da Vinci afferma il cuore dell’Umanesimo: l’uomo al centro del mondo, misura di tutte le cose. Un corpo perfettamente proporzionato inscritto in cerchio e quadrato, simbolo di armonia tra individuo e universo, tra pensiero e natura.
Ma cosa accade quando quel centro vacilla?
La serie di Vera Lowen racconta una trasformazione lenta, silenziosa, devastante. Il Vitruviano iniziale campeggia su fondo bianco, chiaro, ancora integro nella sua essenza. Ma attorno a lui già si stringe una folla: figure tutte uguali, seriali, senza volto — bottiglie grigie di Coca-Cola. È l’inizio dell’assedio.
Nel secondo pannello, il cerchio si stringe. L’unicità dell’uomo, il suo slancio vitale e razionale, viene schiacciato da un’omologazione che si presenta come innocua, persino familiare. Sono i costumi “condivisi”, le opinioni “giuste”, le scelte “neutre”. Il terzo passaggio segna il punto di rottura: il Vitruviano non resiste più. Il suo corpo stesso si trasforma. Il rosso della Coca-Cola lo colonizza. L’individuo si fa marchio. La resistenza si rovescia in adesione.
Nel quarto e ultimo disegno, l’uomo non c’è più. Rimane solo la folla: grigia, uguale, muta. L’armonia è stata sostituita dalla ripetizione. Il centro non è più umano ma vuoto, disperso nella superficie.
Vera Lowen costruisce una narrazione essenziale e crudele. Non c’è bisogno di proclami né di metafore elaborate: bastano una linea e un simbolo universale per parlare della perdita di identità nel tempo del pensiero unico, dove l’originalità fa paura e l’unicità viene assorbita, lentamente, con gentilezza, senza dichiarazioni di guerra.
L’ultimo Vitruviano non cade in battaglia. Semplicemente svanisce, convinto magari di resistere, mentre si trasforma in ciò che l’ha circondato.
In questo smarrimento del centro umano, il lavoro di Vera Lowen ci ricorda quanto sia urgente tornare a interrogarci sulle nostre radici: riconoscerle, difenderle, reinventarle, perché solo da un’identità consapevole può nascere una vera libertà.
Maria Teresa Majoli, agosto 2025













