Descrizione
Olio su tela, cm. 80×45
… il bosco si apre davanti allo sguardo come un luogo di profondità e silenzio. Al centro della scena emerge un albero possente, protagonista discreto e al tempo stesso parte di una comunità più vasta di tronchi che si perdono nell’oscurità del fitto. Le radici, che partono dal colletto ancora visibile fuori terra, si allungano in ampie linee vigorose sotto la chioma, ricoperte da un muschio di un verde tenero, vellutato e luminoso. È proprio questo tappeto soffice e vitale a creare un dialogo cromatico con i verdi del bosco circostante, che si fanno via via più intensi e cupi man mano che lo sguardo si addentra nella profondità dell’opera.
La pittura di Luschi parte da una realtà osservata con attenzione e sensibilità, ma non si ferma al dato naturalistico: in essa affiora una metafora di vita potente. Quelle radici esterne, che avvolgono e proteggono il tronco, sono insieme sostegno e radicamento, forza e accoglienza. Sorreggono l’albero e lo ancorano al terreno, ma sono a loro volta custodite e nutrite dal muschio, in una simbiosi che trasforma la visione naturalistica in un racconto universale. L’albero diventa così simbolo dell’individuo che affonda le proprie radici nel mondo, sostenuto da legami visibili e invisibili, intrecciato in un equilibrio fragile e prezioso con ciò che lo circonda.
Eppure, pur emergendo in primo piano con la sua possente presenza, l’albero non è isolato: è uno tra i tanti, un protagonista che si riconosce parte di una comunità più vasta. Luschi riesce a evocare con delicatezza questa tensione tra singolarità e appartenenza, tra radici personali e radici collettive…
In questa tela, l’albero e le sue radici diventano simbolo di ciò che ci sostiene, ci nutre e ci lega alla vita. Una pittura che non si limita a rappresentare, ma che suggerisce e racconta, offrendo allo spettatore un’occasione di riflessione.
Maria Teresa Majoli









