Descrizione
Acrilico su tavola cm. 65×40 montata su telaio alto cm. 3
Notturno al chiaro d’ ovo
Tra ironia e sogno, l’opera si inserisce nel gioco del Carnevale con un’iconografia surreale e carica di simbolismi. Al centro della scena, il collo e la testa di una donna emergono come un’apparizione enigmatica, con un uovo che le sgorga davanti,, mentre un altro uovo identico le poggia sulla testa come un paradossale copricapo. Ai lati, due mezzi gusci rotti, sospesi nel vuoto, sembrano evocare il confronto tra un lui e una lei, due volti abbozzati nel vuoto che si fronteggiano in un dialogo muto e sospeso. Ma chi ha rotto l’uovo? Il gesto resta invisibile, lasciando allo spettatore il compito di interpretare.
L’ambientazione amplifica il senso di straniamento: sullo sfondo si ergono mura possenti e una torre, richiamando l’atmosfera arcaica e misteriosa di una città etrusca come Volterra. Tutt’attorno, figure mascherate fluttuano nell’aria, in una danza sospesa tra il primitivo e il mitologico, tra il rito e il sogno. Le maschere evocano un’epoca remota, forse un carnevale arcaico che affonda le radici nella memoria collettiva.
L’opera gioca con i contrasti: il quotidiano e il surreale, il cibo e la metafisica, il gesto e il mistero. Un’ironia sottile pervade la scena, trasformando il semplice atto di rompere un uovo in una riflessione più ampia sull’identità, sulla dualità e sul gioco delle maschere che ognuno di noi indossa, soprattutto nel tempo del Carnevale.










