Descrizione
Pastelli soffici su carta velluto, cm. 50×70
“Salgo da te”
Un ragazzo sulla riva, piedi nudi sulla sabbia, guarda verso l’alto. Sopra di lui, sospesa su una nuvola rosa, una figura femminile discinta si appoggia languida al braccio piegato, come una visione che appartiene più al sogno che alla realtà. Tra i due, una scala a pioli: fragile, quasi improvvisata, ma sufficiente a raccontare il desiderio di salire, di raggiungere, di colmare la distanza tra terra e cielo. Una colomba vola sotto di lei, messaggera silenziosa, a ricordarci che la leggerezza può essere via di comunicazione.
Salgo da te è un dipinto che sembra sospeso tra mito e quotidianità. I colori sono soavi, delicati: un azzurro cristallino, con sfumature verdastre, avvolge l’aria; il rosa carne che circonda la nuvola si confonde con l’incarnato femminile, rendendo la scena onirica e sensuale allo stesso tempo. La donna non è dipinta in senso tradizionale: i contorni marcati, resi con un rosa scuro, ne accentuano la presenza, come fosse un’apparizione che emerge dal nulla. Lui, in posa fiera e composta, esprime al contrario concretezza, forza, determinazione. È il contrasto tra l’etereo e il terreno, tra desiderio e possibilità.
In questo dialogo immaginario si riconosce la cifra poetica di Fiorenzo Isaia. La sua pittura fonde realtà e immaginazione con naturalezza: la precisione tecnica si unisce alla morbidezza dei colori, creando un equilibrio in cui la concretezza si apre al sogno. Non c’è urgenza di gridare: le sue opere sussurrano, invitano chi guarda a rallentare, a riflettere, a perdersi in uno spazio intimo che diventa allo stesso tempo personale e collettivo.
Artista di straordinaria sensibilità, Isaia costruisce nei suoi acquerelli mondi sospesi, in cui leggerezza e profondità convivono. C’è una cura certosina nel dettaglio, ma mai fredda: la precisione non soffoca l’emozione, anzi la amplifica. Ogni frutto, ogni nuvola, ogni gesto raccontato diventa un ponte tra il visibile e l’invisibile.
Con Salgo da te, l’artista mette in scena non solo un incontro tra due figure, ma un archetipo: l’anelito umano verso ciò che è più alto, più puro, forse irraggiungibile. La scala a pioli è un espediente semplice, quasi infantile, ma proprio per questo autentico: dice che basta un gesto minimo per tentare di colmare la distanza. E il rosa che avvolge la scena è un rosa universale, delicato ma potente, capace di trasmettere intimità e desiderio senza mai cadere nell’enfasi.
Così la pittura di Isaia si conferma un invito a guardare oltre l’apparenza. Ogni opera è una soglia, un piccolo varco in cui realtà e sogno si intrecciano, riportandoci al piacere semplice e sottile della contemplazione.
Maria Teresa Majoli, settembre 2025









