Descrizione
Tecnica mista su polistirolo, cm.50×100
Le opere di Andrea Renda nascono da un lavoro intenso sulla materia: supporti di polistirolo schermati da una superficie traslucida che lascia intravedere mondi tormentati, scavati, graffiati, incisi. La luce, rifrangendosi sulla pelle del dipinto, moltiplica il colore e ne amplifica l’energia, trasformando ogni opera in un corpo vivo, pulsante.
Il filo conduttore della ricerca di Renda è un dialogo continuo tra spirito e materia, tra gesto e segno. Un equilibrio fragile, talvolta armonico, talvolta di contrapposizione, attraverso cui l’artista cerca di comprendere e rappresentare la realtà. L’atto creativo diventa così una traccia, una ricomposizione di forze istintive che il medium stesso – il polistirolo scalfito, il colore denso, la superficie velata – contribuisce a guidare.
“Digging”… scavare. Un’azione concreta, fisica, che diventa metafora di ricerca interiore ed esteriore. Scavare come indagine della materia, ma anche come tentativo di scendere in profondità dentro se stessi; scavare per scoprire tesori nascosti, saggezze perdute, o per portare alla luce ferite segrete, ulcere che chiedono di essere rivelate. Tra i solchi affiorano allora il colore puro, scaglie di vetro e frammenti metallici che brillano come diamanti o come sale purificatore su una ferita aperta.
Le opere di questa serie sono quindi tappe di un processo di conoscenza: tentativi, rivelazioni, lacerazioni, ricomposizioni. Renda scava per comprendere, per superare paura e indifferenza, per cercare – come in una miniera – il filone lucente, il respiro della vita.
Maria Teresa Majoli










