Descrizione
Acrilici su carta e collage di stoffa, cm. 30×30
Unframed
Il lavoro di Alessia Bernardeschi, incentrato sulla figura femminile, è sempre un’indagine sulla forza silenziosa, sulla tensione interiore, sull’identità che resiste. In Rumore di fondo, questi temi trovano una sintesi particolarmente intensa.
Il fondo dell’opera è realizzato con una stoffa fiammata: righe regolari che ricordano le interferenze di un televisore fuori frequenza. Quella trama geometrica, impeccabile e disturbante allo stesso tempo, genera una vibrazione visiva che destabilizza e ipnotizza. È come un suono bianco tradotto in immagine, una presenza costante e dissonante che si insinua sotto la pelle.
Su questo sfondo si staglia la figura di una donna sola, dallo sguardo fisso e carico di un’energia trattenuta. Gli occhi non cercano contatto, non raccontano nulla di facile. Sono fermi, come nel momento preciso in cui la rabbia ha cessato di bruciare ma ancora ne resta l’eco profonda. La tensione è tutta nel volto, scolpito con una sapienza che richiama il trucco teatrale del contouring: colori che sembrano artificiosi, eppure rivelano più di quanto nascondano. Sono le sfumature livide della resistenza, le ombre lasciate dalla fatica, le luci fredde di una bellezza fiera.
La pittura di Alessia Bernardeschi è fatta di delicatezza e rigore, di pose mai seducenti ma sempre cariche di dignità. I suoi personaggi affrontano il mondo come guerriere silenziose, senza armi né corazze, solo con la loro verità. Anche qui, nella fissità inquieta di Rumore di fondo, si percepisce quel momento fragile e potentissimo in cui si decide di non cedere. La donna resta immobile, ma non inerme. Resiste. Non si lamenta. Tiene la linea.
Alessia riesce a trasformare la materia – carta, colore, tessuto – in campo di battaglia interiore. La sua arte tocca corde profonde, senza bisogno di urlare. E Rumore di fondo ne è un esempio emblematico: un’opera che non cerca di piacere, ma di restare impressa. Come un disturbo che non si può ignorare. Come un silenzio che fa rumore.
Maria Teresa Majoli, luglio 2025









