
Futurboba (Luca Borchio) crea universi intimi su legni e carte segnati dal tempo: figure essenziali, abbracci e gesti sospesi che raccontano la fragilità e la forza dell’umanità con una poesia materica e profonda
I suoi personaggi sono esseri teneri e leggeri: coppie, innamorati, bambini interiori, angeli senza ali che si abbracciano, si cercano, si offrono cuori, si proteggono a vicenda. Sono icone di un amore universale, spesso racchiuse in teche sottovuoto come reliquie di affetto, o affioranti da superfici che sembrano scorze di tempo. L’estetica è semplice ma mai banale: linee essenziali, colori tenui, segni rapidi che sembrano appunti d’anima più che disegni.
Le sue immagini parlano anche senza parole, ma quando le parole ci sono, e spesso sono versi scritti direttamente sulle opere, si fanno poesia breve, sincera, immediata. Non illustrano, ma amplificano il sentimento.
Futurboba disegna amore, malinconia, nostalgia, tenerezza. Non per retorica, ma per urgenza emotiva. E lo fa con una grazia rara, che sa tenere insieme bellezza e fragilità, sorriso e commozione, memoria e speranza.
Guardare un’opera di Futurboba è come aprire un diario segreto che, pur parlando dell’artista, racconta anche qualcosa di noi.
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